Un libro che restituisce volti e nomi ricordandoci cosa significa “restare umani”

Edito da Fernandel, Vite non conformi di Marina Mannucci sarà presentato alla biblioteca Oriani il 29 maggio

VitenonconfScritto in prima persona, con un io narrante femminile, la sensazione è che pur non trattandonsi di un testo autobiografico, dentro ci siano finiti anche episodi di vita vissuta in questo Vite non conformi di Marina Mannucci, appena pubblicato da Ferandel grazie anche al contributo dell’assessorato all’Immigrazione del Comune.

La protagonista vive in Sicilia, cresce in una famiglia anticonformista, con modelli di riferimento di adulti positivi, in una famiglia solida, tra affetto e stimoli di riflessione importante, e diventa preococemente consapevole di ciò che sta accadendo nel Mar Mediterraneo su cui la Sicilia si affaccia. Diventa una giovane donna che trova un compagno, sceglie una vita che le consente un rapporto autentico con le persone, le cose, il lavoro manuale, la bellezza e l’impegno civile. Sarà questo a farle incrociare le vere vite non conformi, parte centrale e sicuramente più riuscita di questo racconto lungo. Qui conosciamo un’esperienza dal basso di accoglienza, con l’allestimento di una biblioteca in uno spazio occupato di Catania che diventerà un centro di circolazione di libri per il quartiere (inclusa parruchiera e verduraio), ma soprattutto luogo di ritrovo per tante persone troppo spesso spacciate per pericolose e minacciose: i richiedenti asilo. Conosciamo un ex bambino soldato del Ruanda, una vittima della tratta dal Benin (che la protagonista aiuterà con un istintivo coraggio davvero invidiabile), un uomo fuggito dalla Siria, ma anche italiani ai margini che trovano in quella biblioteca “arrangiata” un punto di riferimento.

Storie struggenti di dolore e riscatto che si incrociano in uno spazio che sarà spazzato via in nome di calcoli economici e politici che non tengono conto di altre ricchezze. Quelle umane, appunto, che Marina Mannucci, da anni impegnata personalmente come volontaria in diverse realtà che si occupano di povertà ed emarginazione qui a Ravenna, ci fa vedere dando a tutti un nome, un volto, una storia. E ricordandoci cosa significa davvero, in fondo, “restare umani”. Cosa di cui, in questi tempi complicati, abbiamo più che mai bisogno.

L’autrice presenterà il volume martedì 29 maggio, alle 17.30, all Biblioteca Oriani di Ravenna, saranno presenti anche il regista Fabrizio Varesco, l’editore, il direttore Alessandro Luparini e l’assessora Valentina Morigi.

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