Cosa dicono oggi i turisti della Romagna? La risposta in uno spettacolo teatrale

Parlano i faentini Menoventi, intenti a rileggere il Viaggio di Goethe

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“Romagna Relax” è il nuovo spettacolo della compagnia Menoventi formata da Gianni Farina e Consuelo Battiston e racconta la percezione che i turisti hanno della riviera romagnola. Ne abbiamo parlato con il regista Gianni Farina.

Come è nata l’idea di questo spettacolo?
«Si tratta della seconda tappa del progetto “Ascoltate!” che vuole rileggere il Viaggio in Italia di Goethe a duecento anni da quando fu scritto. Il primo spettacolo lo abbiamo fatto sui turisti di Roma, il secondo è appunto sulla Romagna».
Che affinità e che divergenze avete trovato tra queste due tipologie di turisti?
«Sono completamente diversi. A Roma sono colpiti dalla bellezza della città, ma rimangono delusi da come è tenuta e soprattutto dalla accoglienza pessima dei romani. In Romagna invece è l’opposto, anche se il mare non è esattamente quello dei Carabi, i turisti lo apprezzano grazie alla meravigliosa accoglienza degli operatori turistici che riescono sempre a far trovare ai clienti quello che cercano, dal parco divertimenti per i figli alle bocce per i più anziani».
Per creare l’audio che fa da base allo spettacolo avete realizzato più di centosettanta interviste a turisti in molte lingue diverse dal francese al russo. Cosa vi ha stupito di più nelle risposte?
«Scoprire che i turisti che vengono in Romagna non cercano un viaggio inteso come “esperienza”, come invece era per quelli che avevamo intervistato a Roma, ma amano questo posto perché si sentono “in famiglia”. Hanno fatto amicizia con l’albergatore, prendono ogni anno lo stesso ombrellone, sempre accanto a quello dell’altra famiglia di amici. Ogni estate vogliono ritrovare la stessa cosa. Abbiamo intervistato dei turisti francesi e tedeschi che vengono a Rimini o a Cervia da 45 anni tutte le estati. Mi veniva da pensare, ma non vi è mai venuta voglia di andare in Spagna o sul Tirreno, anche solo per curiosità?»
Che cambiamenti hanno notato in tutti questi anni i turisti “fedelissimi”?
«La cosa che piace è proprio che non cambia nulla. Che ci sono ancora gli alberghi e i lidi come erano alla fine degli anni ’80. Una cosa però è mutata, che si sono invecchiati. Credo sia anche per questo che è cambiata la parola chiave con cui è percepita la riviera romagnola. Una volta, come racconta benissimo Tondelli nel suo “Rimini”, era “divertimento” e la Romagna era la grande “metropoli balneare che non ha equivalenti in Europa”, quel “posto faticosissimo” in cui “si vive di notte”. Oggi la parola chiave è diventata “relax”».
E questo cosa ha cambiato nelle abitudini dei turisti?
«Una volta le discoteche erano quasi esclusivamente in Romagna. Tutti venivano qui per ballare. Poi il “modello romagnolo” è stato copiato. Oggi ci sono da tutte le parti e quelle in Romagna stanno chiudendo. Ce ne sono una quindicina in meno rispetto agli anni d’oro. Ho visto sale enormi in cui ballavano centinaia e centinaia di ragazzi in cui è cresciuta l’erba e le piante rampicanti. I turisti che vengono adesso non vogliono ballare, ma riposarsi. Così dormono di notte in albergo e dormono di giorno sul lettino in spiaggia».
Come avete trasformato tutto questo materiale in uno spettacolo?
«Consuelo Battiston in scena interpreta un po’ la turista un po’ la traduttrice, mentre si sentono gli audio originali delle interviste in un missaggio audio di Mirto Baliani».
Lo spettacolo ha avuto repliche in Romagna, siete riusciti a portalo anche fuori?
«No. Mentre quello su Roma ha girato perché parlare di Roma è percepito un po’ come parlare di tutta l’Italia, uno spettacolo sulla Romagna è considerato troppo legato a un territorio specifico e purtroppo non interessa fuori da qui».

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