Aztechi, Maya, Inca e il calcio di tremila anni fa in mostra al Mic di Faenza

Dall’11 novembre al 28 aprile sarà possibile scoprire i segreti delle culture del Centro America prima dell’arrivo di Colombo. Popoli che avevano la passione per i giochi con la palla

Mic FaenzaA Faenza, la mostra che il MIC Museo Internazionale delle Ceramiche dedica a “Aztechi, Maya, Inca e le culture dell’antica America” (in programma dal’l’11 novembre al 28 aprile prossimi, a cura di Antonio Aimi e Antonio Guarnotta) stupirà i visitatori anche per i molti, curiosi spunti di approfondimento che arricchiscono l’’esposizione. Uno dei più curiosi riguarda l’’invenzione del gioco con la palla, che può essere considerato progenitore del nostro calcio e di tutti gli sport in cui si usa una palla che rimbalza. Infatti negli altri giochi dell’’antichità e degli altri continenti che potrebbero rivendicare un legame analogo si usavano palle che non rimbalzavano.

Lo illustra, nel catalogo edito da Silvana che accompagna la mostra, Antonio Aimi. “”Il gioco della palla – scrive Aimi – era presente in molte culture dell’’antica America, dalla Mesoamerica alle Ande meridionali, dall’’area intermedia all’Amazzonia, ma non nell’’area peruviana. Quello praticato nella Mesoamerica può essere considerato il gioco a squadra più antico del mondo, che aveva una centralità sconosciuta altrove e che ha lasciato monumenti impressionanti (il campo da gioco di Chichen Itza è lungo 168 metri) e paraphernalia straordinari”.

Pur essendo nato come rituale religioso, nel corso del tempo il gioco della palla acquisì sempre più una componente profana, tant’’è vero che le cronache riferiscono che alla vigilia della Conquista le partite erano accompagnate da un “tifo” appassionato e da numerose scommesse”. I palloni usati erano più piccoli degli attuali. Il loro diametro non superava i 15 centimetri.

La palla poteva essere colpita solo con le anche, le cosce o le ginocchia e ogni squadra doveva rinviare la palla nel campo degli avversari senza farla uscire dallo sferisterio, né farle toccare il terreno. Vinceva chi, commettendo meno errori, arrivava a totalizzare per prima un determinato punteggio. Si sono poi sviluppate diverse versioni nel corso dei secoli. Nell’aria Maya  si giocava anche con una palla di grandi dimensioni  fatta, probabilmente, di una pelle gonfiata. A Teotihuacan, la grande metropoli che dominò la Valle del Messico durante il Periodo Classico, pare che esistessero anche altri due modi di giocare. Il primo prevedeva di colpire la palla coi piedi, il secondo con una mazza.

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