Il Museo Internazionale delle Ceramiche sta per aprire il nuovo allestimento della sezione dedicata all’Oriente
quel Barcelò (i biglietti alle mostre e al museo coincidono) e allo stesso Picasso, che nel primo mese (la mostra sarà aperta fino ad aprile) ha attirato 6.500 visitatori. Tra gli eventi
clou dell’anno che si chiude anche la riapertura della Biblioteca dopo interventi di restauro, con i suoi 68mila volumi. Ma dalla direzione arriva l’assicurazione che anche il
2020 sarà foriero di «mostre importanti, orgogliosamente prodotte dal museo e costruite con l’obiettivo di nobilitare la ceramica a linguaggio dell’arte contemporanea, a cui si
sommano i progetti europei e regionali per valorizzare e incentivare l’artigianato ceramico». Nel dettaglio il nuovo anno si apre il 18 gennaio (ore 17) con l’inaugurazione della
nuova sezione dedicata al “Vicino Oriente ed Egitto antichi del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza”, completamente riallestita. L’ultimo allestimento risaliva al
1999. Oltre a rinnovati supporti espositivi e apparati didattici, la sezione propone un notevole incremento delle collezioni esposte con il recupero di un tassello importante della
sfaccettata storia ceramica dell’Oriente prossimo. L’8 febbraio si inaugura nella Project Room la mostra delle opere donate da Giorgio Levi. Si tratta di 35 pezzi, per lo più servizi da tavola, decorati ad aerografo di manifattura italiana degli anni ’30. Dopo la mostra “Ceramics Now” che nel 2018 ha trasformato il Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea in un evento speciale (una collettiva ad invito, curata dai critici d’arte internazionali per celebrare la 60esima edizione del Premio Faenza), la 61esima edizione dello storico concorso torna alla normalità. Il 19 giugno verranno premiati gli artisti più significativi e fino al 1° novembre sarà allestita la mostra delle opere
selezionate. Argillà Italia, la mostra mercato della ceramica artistica “gemellata” con Aubagne in Francia e con Argentona in Spagna, torna dal 4 al 6 settembre. A fine settembre, in corrispondenza delle due più importanti fiere dedicate alla ceramica in Italia: il Cersaie a Bologna e Tecnargilla a Rimini, il Mic ripropone, come ogni due anni, “Superfici d’autore”. Il Museo mette in mostra i lavori applicati alla piastrella di designer all’avanguardia che hanno progettato per marchi noti dell’industria ceramica.
In ottobre, per celebrare la sedicesima Giornata del Contemporaneo indetta da Amaci, il MIC ospita il lavoro “Modellare l’acqua” di Mario Airò, vincitore del bando Italian
Council 2019, promosso dalla Fondazione Malvina Menegaz. “Modellare l’acqua” nasce guardando la ceramica di Castelli. La mostra dedicata ad Alfonso Leoni (13 dicembre
2020 – 5 aprile 2021) chiude il ricco programma espositivo del Mic per il 2020. Un calendario sterminato di un museo che, come si legge nella nuova edizione della Guida dell’Emilia Romagna della Lonely Planet appena uscita, “lascia a bocca aperta per la varietà della proposta”.
Per quanto riguarda le risorse del Museo, Il Comune di Faenza finanzia il Mic con un contributo di 550mila euro all’anno (provvedendo anche a fornire il personale). Dal
2017 al 2019 il museo ha potuto contare anche su un contributo statale triennale da 450mila euro mentre sponsor privati possono muovere risorse anche per alcune centinaia di migliaia di euro in occasione degli eventi espositivi. A questi vanno aggiunti, eventuali finanziamenti ad hoc per i singoli progetti.