A Marco Martinelli il palmarès della critica francese per “Aristofane a Scampia“

Al drammaturgo e regista ravennate il prestigioso riconoscimento per il miglior libro sul teatro 2021

Marco MartinelliL’Associazione nazionale dei critici francesi ha scelto come miglior libro dell’anno Aristophane dans les banlieues di Marco Martinelli (éd. Actes Sud, traduzione e cura di Laurence Van Goethem).
Il volume è la versione in francese di Aristofane a Scampia, già uscito con l’editore Ponte alle Grazie nel 2016.

La cerimonia dei prestigiosi premi 2020\21 (Palmarès des Prix de la critique de théâtre et de danse) – edizione numero 58 – che segnala gli spettacoli e le personalità artistiche emersi nella stagione teatrale in Francia, avverrà a Parigi, lunedì 11 ottobre, al Théâtre National de la Danse di Chaillot, uno dei quattro Teatri Nazionali della capitale.

Dal documento di lancio dei premi si legge che «più che mai, in un anno così particolare, la critica ha scelto volutamente titoli e figure di resistenza, per donare un messaggio forte e empatico allo spettacolo dal vivo rimasto fermo a causa della pandemia e delle difficoltà scaturite dalla chiusura dei teatri».

Il premio a Martinelli per il miglior libro è andato in passato a importanti figure della scena teatrale internazionale: dallo studioso Georges Banu ai registi Claude Regy e Thomas Ostermeyer, fino al drammaturgo Jean-Luc Lagarce.

Aristofane a Scampia, come far amare i classici agli adolescenti con la non-scuola  è una pubblicazione del 2016, in cui Martinelli racconta, come in un romanzo, il metodo della non-scuola e le avventure di questa vitale pedagogia in giro per il mondo, da Ravenna a Dakar, da Scampia a New York.

Ecco un estratto del libro: «Immaginateveli, si, i vostri figli o alunni come se fossero degli asinelli, perché asini lo sono davvero – so bene che su questo punto siete d’accordo con me – ma immaginateli come asini turbolenti, pieni di paure e ombre, ma anche di desideri inconfessati, di passioni inespresse, affamati di vita, di ignoto, di sogni. Spesso a voi insegnanti e genitori nascondono questi sogni, se li tengono per loro, vi si rifugiano dentro come le talpe nelle loro gallerie sotterranee: è la loro tattica di sopravvivenza, non si palesano quasi mai davanti ai vostri occhi come realmente sono. Dall’altra parte immaginate i testi antichi del teatro, i classici polverosi dai nomi impronunciabili: da Eschilo all’Aristofane che campeggia nel titolo di questo libro, da Plauto a Moliere a Shakespeare, fino ad Alfred Jarry, fino a Bertolt Brecht. Guardateli insieme, gli asini e i classici, i barbari e la biblioteca: niente di più lontano, dite voi? Avete ragione: un adolescente di oggi conosce tutti i tipi di iPhone, ma che hanno a che fare con lui quei busti da museo, quelle barbe intimorenti e quella noia annunciata? Nulla. Gli asinelli e i classici sono legni che appartengono ad alberi lontanissimi tra loro, ai confini opposti della foresta, destinati a non incontrarsi. Ma se qualcuno fosse in grado di avvicinarli? Se avvicinandoli scoprisse che si possono sfregare insieme, fino a raggiungere una temperatura altissima, fino a far nascere, da quello sfregamento, una scintilla? Il miracolo del fuoco? Non è possibile, pensate voi. È possibile, vi rispondo io. E lo sto sperimentando da venticinque anni. Nel libro proverò a raccontarvelo».

Marco Martinelli1Marco Martinelli è un drammaturgo e regista, è fondatore e direttore artistico del Teatro delle Albe (1983) insieme a Ermanna Montanari. Tra i numerosi riconoscimenti a Martinelli: sette premi Ubu, come regista, drammaturgo e pedagogo; Premio Hystrio alla regia; Golden Laurel-Mess festival di Sarajevo; Premio alla carriera-festival Journées théâtrales de Carthage (Tunisi), premio culturale Vereinigung Deutsch-Italianischer Kultur Gesellscafte.

I suoi testi sono pubblicati e messi in scena in Italia, Francia e Belgio (tradotti da Jean-Paul Manganaro e da Laurence Van Goethem; pubblicati da Lansman editeur, Alternatves Théâtrales, editions de l’Amandier, Actes Sud), Germania (tradotti da Peter Kammerer, Elsbeth Gut Bozzetti, pubblicati da Alexander Verlag Berlin), Romania, Slovacchia, Cile, Brasile e Stati Uniti (tradotti da Thomas Haskell Simpson; pubblicati da Bordighera Press, PAJ: A Journal of Performance and Art) e selezionati dai progetti Fabulamundi e Italian & American Playwrights Project.

Del 2017 è il suo primo film, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi (soggetto cofirmato con Ermanna Montanari che ne è anche protagonista) presentato in anteprima al Biografilm Festival; del 2019 è The Sky over Kibera, racconto per immagini della “messa in vita” della Divina Commedia nell’immenso slum di Nairobi, presentato in anteprima a Filmmaker Festival, candidato dalla Giuria Critica del Social World Film Festival 2020 come Miglior documentario e Miglior Sceneggiatura; del 2020 è Er, una sorta di “sezione aurea” delle opere costruite negli anni insieme a Montanari, che ha debuttato a Filmmaker Festival; in questo 2021 Ulisse XXVI, figura e voce Montanari, che si è visto per la prima volta al convegno dell’Associazione degli Italianisti.

È fondatore della non-scuola, pratica teatrale con gli adolescenti, diventata punto di riferimento da Ravenna a Napoli a Dakar, da Mons a New York.
Con Montanari ha dato vita a Ravenna Teatro, centro di ricerca scenica con sede al Teatro Rasi di Ravenna – ex chiesa di Santa Chiara, poi cavallerizza e poi teatro dalla fine dell’800 – che intreccia una necessità etica di radicamento nella polis a una vocazione internazionale.

Non hanno tardato ad arrivare anche le congratulazioni del sindaco di Ravenna de Pascale:«Le mie più sincere congratulazioni a Marco Martinelli che ancora una volta ci rende orgogliosi e porta il nome di Ravenna in primo piano grazie al prestigioso premio ricevuto da parte dell’Associazione nazionale dei critici francesi. Un ulteriore importante riconoscimento per il lavoro che da anni Marco svolge con i ragazzi e le ragazze attraverso il progetto eccezionale della “Non scuola”, e più in generale per la sua capacità di trasformare l’esperienza teatrale in appassionati momenti di condivisione, unione e partecipazione che diventano spettacoli dal vivo di grandezza straordinaria come Cantiere Dante.
I numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, come anche il prestigioso premio Franco Enriquez ricevuto di recente dall’Accademia Perduta, sottolineano ulteriormente la grandezza e la ricchezza professionale del sistema teatrale e del complesso della realtà dello spettacolo dal vivo ravennate: qualcosa di cui andare immensamente fieri, soprattutto dopo questo anno tanto difficile per i professionisti dello spettacolo».

 

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