Da “Equidistanze” nel podere a Filetto, uno spaccato della creatività del futuro

Tra sculture in cartapesta e straordinari lavori con le IA, l’esito delle residenze artistiche curate dal Mag

Lorenzo Scarpellini Equidistanze

Opera di Lorenzo Scarpellini

Tre giorni di eventi, presentazioni di autrici musicali, dj-set, azioni performative e programmi radio a tema hanno catalizzato l’attenzione di un folto pubblico al progetto Equidistanze 2021, curato da Magazzeno Art Gallery nelle persone di Alessandra Carini e Benedetta Pezzi con la collaborazione di Nicola Montalbini e Marco Miccoli.

Il progetto si è sviluppato in tre giornate, dal 17 al 19 settembre, dentro e fuori la villa settecentesca del podere Schiavina a Filetto, permettendo di vedere le opere realizzate da 15 artisti selezionati per le residenze artistiche di questa seconda edizione.
Come racconta Alessandra Carini, fondatrice di Mag, l’idea di ospitare nella sua villa in campagna artisti e artiste in residenza fornendo loro vitto, alloggio e i materiali di base, è nata durante il periodo di lockdown quando gli effetti della crisi si sono abbattuti in modo sensibile sul mondo dell’arte contemporanea. Come nella prima edizione di un anno fa è uscito un bando nazionale e fra le 100 risposte provenienti da tutta Italia sono state selezionate 15 persone che hanno soggiornato durante il periodo estivo in villa producendo lavori nuovi, opere site-specific o selezionando la loro produzione più recente.

Dalla villa sono passati e hanno lasciato lavori Riccardo Garolla e Patrizia Novello – già presenti nella edizione passata – così come altre persone del settore – da chi scrive a chi opera nel settore critico e artistico – che hanno partecipato all’esperienza arricchendo l’intersezione di punti di vista come nel caso di Yuri Catania, Dissenso Cognitivo e la ravennate Margherita Manzelli – artista di rilevo internazionale – i cui contributi sono visibili a Pilastro o nella stessa villa di Filetto.

Interessanti tutti i lavori prodotti dalle 15 persone selezionate – ATEZ, Francesco Bendini, Ben Zeno, Roberto Bergognoli, Flavia Bucci, Daniele Cabri, Elisabetta Cardelli, Valentina Fussi, Denis Medri, Chiara Morra, MUZ, Margherita Paoletti, Mia Pulcini, Lorenzo Scarpellini e Arianna Zama – le cui opere sono state dislocate in tutti gli ambienti della villa e della vicina barchessa, ex magazzino per gli attrezzi.

Ricordiamo in particolare le sculture in cartapesta del ravennate Lorenzo Scarpellini che sfruttando la tempesta che in passato ha divelto alberi in tutta la nostra zona ha realizzato due poetici calchi di radici e di tronchi. Interessante la realizzazione di una piccola fontana in cemento, il materiale prediletto negli interventi da Francesco Bendini che allestisce nel bagno della villa una sorta di reinterpretazione della fonte come primo social media. Con ironia ZED inserisce le sue sagome disegnate di animali che spuntano sul comodino della camera da letto secondo un registro di improvvisazione che coinvolge anche le sagome velate di Mia Pulcini, inserite a sorpresa dietro a un armadio o sulla parete lungo le scale. Sempre a Mia – nome d’arte di un giovane artista – appartiene un allestimento che offre allo spettatore un divertente kit personalizzato per la costruzione di un’opera d’arte.

La cultura Pop onnipresente in queste generazioni che imbastiscono provenienze dal fumetto e dal mondo dei writer e dei graffiti giocati su registri del grottesco e humor nero sono evidenti nei vecchi attrezzi di cucina reinventati da ATEZ mentre attingono ad una memoria da ex voto le forme raffinate di Margherita Paoletti che includono tasselli di eventi e dettagli vissuti realmente durante la residenza. Altrettanto ineccepibili gli studi calligrafici basati su linee realizzate su carta di diverse dimensioni della ravennate Valentina Fussi, presentati a poca distanza dai disegni inquietanti e ibridi di Arianna Zama.

Straordinari infine i lavori del fiorentino Roberto Bergognoli che sperimenta nel suo lavoro creativo il dialogo con diverse Intelligenze Artificiali, interrogate con metodologie e input progettati dall’artista secondo processi differenti. Dal lavoro intercorso col sistema Syntesia, su cui è stato caricato un testo con domande e risposte legate al mondo della scuola, l’intelligenza artificiale – generalmente utilizzata a scopi commerciali – ha fornito un proseguimento ipotetico di domande e risposte. L’artista ha quindi utilizzato questo dialogo surreale – fatto di domande e risposte coerenti ma anche sorprendenti quando creano scarti rispetto alla prevedibilità o ai nessi logici – nel montaggio di un video in ambiente scolastico in cui anche le immagini pulite, paradossalmente perfette, amplificano un gioco continuo di piccoli ma sensibili scarti.

Roberto Bergognoli Equidistanze

Video di Roberto Bergognoli creato con l’IA

Una seconda parte del lavoro si è basata su un altro tipo di Intelligenza artificiale dove l’artista ha estrapolato le stesse immagini del sistema relative a concetti reali di gruppo come “gregge”: le immagini estrapolate, montate su superfici metalliche, risultano patterns sconvolgenti. Questo tipo di indagine è stato infine sperimentato dall’artista anche sul sistema open source GPT-3 dove la relazione con l’intelligenza artificiale ha permesso di creare dialoghi, racconti e simulazioni in cui la macchina ha restituito la rielaborazione o la continuazione di testi inventati o di testi filosofici esistenti in modo paradossale ma anche coerente, alternando risposte logiche tratte dagli archivi caricati ma anche improvvisazioni da parte della macchina, quando l’intelligenza non aveva fonti.

Da questi lavori – quasi un proseguimento della tecnica cut-up di William Burroughs – c’è veramente da aspettarsi molto per la creatività del futuro.

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