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    Categoria: cultura

Restaurato un manoscritto dell’opera di Cicerone che ha 587 anni. Si sfoglia online

Il “Somnium Scipionis libellus” era in condizioni compromesse tra i fondi antichi della biblioteca Manfrediana dal 1896. Alle 18 del 28 dicembre la presentazione del lavoro di recupero durato due anni

Una pagina del manoscritto di Cicerone nel 1434 restaurato dalla Manfrediana di Faenza

La biblioteca Manfrediana di Faenza ha restaurato un manoscritto dell’opera di Marco Tullio Cicerone che risale a 587 anni fa. Il “Somnium Scipionis libellus” era conservato nei fondi antichi e versava in condizioni conservative molto compromesse. Dopo due anni di recupero ora è stato digitalizzato ed è sfogliabile online. Il Manoscritto n. 30 –  così è indicato nell’inventario del 1896 – è un codice avvolto nel mistero: non si hanno notizie della sua provenienza e di come sia arrivato in biblioteca. La datazione del documento (5 novembre 1434) e la data di morte di Cicerone (43 aC) sono elementi utili per inquadrare lo scenario: una copia che testimonia la riscoperta quattrocentesca del mondo classico, la rinascita dello studio della filosofia e l’interesse posto dalla nuova cultura umanistica nei confronti dell’uomo e delle sue capacità di essere artefice del proprio futuro.

Il manoscritto del ‘400 si compone di due opere: “Somnium Scipionis” e “De natura deorum”. La prima è un brano del “De re publica” in cui Cicerone, attraverso le parole di Scipione l’Africano apparso in sogno al nipote Scipione Emiliano, afferma che l’anima è immortale e che dopo la morte, per gli uomini politici che abbiano compiuto buone azioni per la patria, sono in serbo dei premi. La seconda, scritta sotto forma di dialogo fra tre interlocutori, è un repertorio delle dottrine teologiche antiche: epicureismo, stoicismo e scetticismo.

Di tutto questo e di altro si parlerà alle 18 di oggi, 28 dicembre, alla presentazione pubblica del recupero (ingresso libero con green pass fino ad esaurimento posti, è gradita la prenotazione al 0546-691700 oppure scrivendo a manfrediana@romagnafaentina.it). Il sindaco di Faenza, Massimo Isola, la direttrice della biblioteca, Daniela Simonini, le restauratrici Maria Roberta Stanzani e Silvia Bondi e la responsabile di progetto per il servizio Patrimonio culturale della Regione, Antonella Salvi, racconteranno il valore, il significato e i risultati di questo recupero così importante, che potenzia le opportunità di studio e di conoscenza del volume e del corposo fondo dei manoscritti antichi conservato dalla Manfrediana.

L’incontro di oggi con il pubblico sarà anche l’occasione per presentare l’opuscolo “Somnium Scipionis libellus: un manoscritto sale alla ribalta. Storia di un restauro”, con cui la Biblioteca Manfrediana divulga i contenuti culturali, gli aspetti metodologici affrontati e le curiosità emerse nel processo di recupero, tra le quali gli insoliti dettagli di manifattura e di calligrafia da cui si deduce l’importanza che il manoscritto doveva rivestire nel secolo della sua committenza e in quelli successivi.

Il progetto di recupero ha preso forma alla fine del 2019 con una convenzione fra Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna e Manfrediana, con il coinvolgimento della Soprintendenza competente per gli aspetti autorizzativi del restauro. Il complesso intervento sul manoscritto è stato basato su indagini preliminari e metodologie a elevati standard operativi.