L’architettura come specchio del tempo e del potere in quattro incontri

Conferenze promosse da “Tessere del ’900” e Ordine degli Architetti con autorevoli docenti universitari. Si parte il 19 marzo

Boris Iofan Palazzo Dei Soviet DS1933

Boris Iofan, “Palazzo dei Soviet”, 1933

«L’architettura si specchia nel tempo. La faccia di ogni epoca si riflette nella propria architettura». ,Così scriveva Alberto Savinio in Ascolto il tuo cuore, città nel 1944. L’architettura, più di qualunque altra forma artistica – se l’architettura può dirsi arte –, ha da sempre rappresentato il potere dominante, in tutte le sue declinazioni, politico, economico, religioso, culturale, dalle piramidi egizie alla piramide del Louvre. Appunto di “Architettura e Potere” si parlerà in un ciclo di incontri che l’Associazione Culturale “Tessere del ’900” organizza, con l’Ordine degli Architetti di Ravenna (2 crediti formativi ogni volta).

Gli appuntamenti si terranno al Salone dei Mosaici della Casa del Mutilato in piazza Kennedy (ingresso da via IX Febbraio) per quattro sabati alle 17.30. Il ciclo, pensato e organizzato da chi scrive, proseguirà nel prossimo autunno.

Sabato 19 marzo, Flavia Marcello, professoressa associata alla Swinburne University’s School of Design, Melbourne, presenterà il suo ultimo libro Giuseppe Pagano. Design for Social Change in Fascist Italy (Intellect L & DEFAE, 2020). Pagano, architetto, direttore della rivista “Casabella”, una delle personalità di maggior spicco della cultura architettonica degli anni Venti e Trenta, nel corso del tempo, da convinto aderente alla “rivoluzione” fascista, entra in contatto, fin dal 1943, con organizzazioni antifasciste; arrestato e torturato, muore di stenti a Mauthausen pochi giorni prima della liberazione del campo da parte dei sovietici.

Sabato 30 aprile, Alessandro De Magistris, professore ordinario al Politecnico di Milano, parlerà de L’architettura dell’era staliniana. Semplificazioni totalitarie e complessità sovietiche, evidenziando le molteplici facce della produzione architettonica nell’ex Urss, a partire dalle radicali esperienze dell’avanguardia costruttivista dei primi anni Venti fino alla svolta imposta dal consolidamento del potere e dal regime di Stalin, accompagnato dall’affermazione del “realismo socialista”. Le sue complesse mani festazioni, leggibili anche nell’opera di figure come Ivan Leonidov e Konstantin Melnikov, caratterizzano gli originali sviluppi dell’architettura sovietica fra anni Trenta e Secondo dopoguerra sino alla svolta rivoluzionaria impressa da Nikita Khrushchev.

Sabato 7 maggio, Antonio Pizza, professore ordinario alla Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Barcelona, parlerà di “Tradizione” magniloquente e tradizioni architettoniche moderne nella declinante autarchia spagnola (1939-1959), un tema assai poco conosciuto non solo a livello di pubblico generalista, ma anche tra gli studiosi di storia dell’architettura contemporanea. Anche qui, come nell’Unione Sovietica, istanze conservatrici e accademiche convivranno con una “tradizione del Moderno” che vede figure di alto livello come José Antonio Coderch de Sentmenat.

Sabato 21 maggio, Sandro Scarrocchia, già docente di prima fascia all’Accademia di Brera e professore a contratto al Politecnico di Milano, parlerà di Speer e Piacentini, tema a cui ha dedicato il libro uscito nel 1999 per i tipi di Skira e rieditato nel 2013. L’autore affronterà il tema degli scambi intercorsi negli anni Trenta tra il regime tedesco e quello italiano attraverso l’esperienza dei due più emblematici “architetti di Stato”, analizzando i contesti politico-culturali e tracciando il bilancio di una stagione architettonica.

Partecipazione a ingresso libero, nel rispetto delle normative anticovid in vigore.

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