«Polis nato nel 2018, oggi è cresciuto e punta alla grande scena europea»

Parlano Agata Tomsic e Davide Sacco, in arte ErosAntEros, ideatori del festival che dal 3 all’8 maggio a Ravenna propone un focus internazionale sul teatro francese contemporaneo con artisti del calibro di Pascal Lambert, Ivica Buljan, Licia Lanera, Teatro i…

Pascal Rambert 8 Ensemble

Pascal Rambert, “8 Ensemble” (foto Antoine Legond)

Dal 3 all’8 maggio torna a Ravenna POLIS Teatro Festival che festeggia la quinta edizione superando i confini nazionali, ospitando le prime italiane di alcuni maestri della scena internazionale come Pascal Rambert e Ivica Buljan, protagonisti di un focus speciale dedicato
alla drammaturgia contemporanea francese. E ci saràspazio anche per nuove importanti coproduzioni (ErosAntEros, Compagnia Licia
Lanera), incontri di approfondimento, spettacoli di artisti italiani (fra cui Motus, Filippo Nigro e Fabrizio Arcuri), due dei quali scelti – come ogni anno – dai cittadini nell’ambito del progetto “Visionari”.
A parlarne sono gli ideatori e organizzatori del Festival, peraltro artisti a tutto tondo, Davide Sacco e Agata Tomsic, in arte ErosAntEros.

POLIS Teatro Festival è in continua crescita. Qual è il vostro segreto?
Agata: «Siamo partiti nel 2018 con un piccolo evento, nel 2020 lo abbiamo trasformato in convegno internazionale online a causa della pandemia, ma già l’anno scorso, tornati dal vivo abbiamo rilanciato ingrandendoci ancora, grazie anche alla partecipazione a bandi e all’accesso a finanziamenti ministeriali. Quest’anno osiamo ancora di più, per diventare un festival europeo, in grado di attirare spettatori e critici da tutta Italia e oltre. Se ci riusciamo è perché, pur essendo ancora strutturalmente piccoli, in questi anni abbiamo viaggiato molto e intrecciato relazioni con tanti artisti e teatri. Le prestigiose ospitalità che portiamo in prima nazionale al festival sono frutto di queste relazioni».

Coppia nella vita e nel lavoro, come vi ripartite i compiti artistici e organizzativi?
Davide: «Una delle caratteristiche distintive di ErosAntEros – che è in realtà comune ad altri gruppi nati dal fermento del teatro contemporaneo – è che firmiamo sempre i nostri spettacoli inserendo al primo posto tra i crediti la dicitura “ideazione” seguita dai nostri due nomi e dal nostro nome collettivo. Questo accade sin da gennaio 2010, quando abbiamo fondato ErosAntEros, e rispecchia un aspetto fondamentale del nostro fare, del nostro essere. Tutto nasce da un continuo confronto tra due persone, che si allarga poi ai collaboratori più stretti, e poi ancora e ancora, fino a prendere forma definitiva nell’incontro con ogni singolo spettatore. Allo stesso modo, siamo entrambi i fondatori e la direzione artistica di POLIS Teatro Festival. Esiste comunque anche una suddivisione dei compiti. Agata è drammaturga e attrice, per cui oltre al lavoro sulla scena si occupa profondamente di tutto ciò che riguarda i testi e di tutto lo studio e la ricerca di materiali drammaturgici, mentre io sono regista, con tutto quello che ne consegue, e curo le relazioni con i collaboratori per luci, musiche, video, quando non me ne occupo direttamente. Il confronto fra di noi è costante, sempre, e non esiste distinzione tra il nostro percorso artistico, lavorativo e vita privata. Purtroppo, ad oggi, la maggior parte del lavoro organizzativo e amministrativo quotidiano pesa ancora quasi interamente sulle nostre spalle, dato che possiamo contare solo su una piccolissima squadra di collaboratori che ci aiuta per alcuni aspetti, ma purtroppo lontani dal tempo pieno. Questo accade perché il sostegno economico di cui gode la nostra realtà è attual- mente ancora fortemente sottodimensionato rispetto alla mole e al livello delle attività che realizziamo relazionandoci con i maggiori teatri e festival europei».

Buljan Mini Teater La Machine De Turing

Ivica Buljan/Mini Teater, “La Machine De Turing” (foto Sunčan Ston)

Il festival di quest’anno offre una ventina di eventi, 14 spettacoli di 11 compagnie diverse. Sono inserite nel cartellone tre prime nazionali che coinvolgono fra l’altro due artisti internazionali che è difficile vedere in Italia. Il primo è il francese Pascal Rambert…
Agata: «È il drammaturgo più affermato in Europa, vincitore di numerosissimi premi, artista associato dei più prestigiosi teatri del mondo, già nominato Cavaliere delle Arti e delle Lettere dal governo francese. Siamo orgogliosi che abbia scelto noi e Ravenna, come unica tappa italiana del suo spettacolo 8 ensemble. Il 6 maggio al Teatro Rasi, porterà in scena otto giovani attori di origini diverse per raccontare storie che in genere non si sentono a teatro a causa della loro differenza di età, di educazione o di ruolo nella società. Dopo lo spettacolo, in francese con sovratitoli in italiano realizzati grazie alla collaborazione con il Dipartimento di interpretazione e traduzione di Forlì, il giornalista e critico Nicola Arrigoni dialogherà con Rambert e Chiara Elefante, traduttrice e curatrice di numerose sue opere».

Licia Lanera Con La Carabina

Licia Lanera, “Con La Carabina” (foto Gesus Teisseyre)

Sabato 7 maggio, sempre al Rasi, gli spettatori potranno ammirare La machine de Turing, lo spettacolo del Mini Teater di Lubiana diretto dal regista croato Ivica Buljan, anche lui Cavaliere delle Arti e delle Lettere…
Davide:
«Sarà il secondo grande ospite internazionale che stupirà, con uno spettacolo sul testo dell’autore francese Benoit Solès, che racconta l’incredibile storia di Alan Mathison Turing. La sua mente geniale fu in grado di gettare le basi per l’attuale informatica, nonché di decifrare durante la seconda guerra mondiale i messaggi in codice dei nazisti, donando un grande contributo per la loro sconfitta. Si tratta di un personaggio simbolo per le nostre società perché ha avuto un orribile destino: a causa della sua omosessualità, fu vittima di una legge che lo costrinse a scegliere tra il carcere e la castrazione chimica, che lo portò in breve tempo al suicidio. Al termine dello spettacolo, a dialogare con il regista sarà Anna Maria Monteverdi, docente teatrale dell’Università di Milano».

Quale novità presenterà la vostra compagnia nel focus del festival?
Agata: «Il 4 maggio, sempre al Rasi, apriremo il focus con Confini, il nostro ultimo lavoro internazionale e multilingua, prodotto con alcune istituzioni teatrali di grande prestigio, come Ravenna Festival, il Théaare National du Luxembourg, il Teatro della Tosse di Genova. Uno spettacolo sulle migrazioni del passato, del presente e del futuro, un’opera sulla storia politica, economica e industriale dell’Unione Europea, ma anche un monito sull’emergenza climatica e sull’avvenire dell’umanità sulla Terra e nello spazio infinito. Un progetto iniziato nel 2018 e sviluppato nei due anni successivi attraverso numerose residenze in Italia e in Lussemburgo. Con in scena interpreti di diverse lingue e nazionalità (non solo europee) per risalire alle origini dell’Europa di oggi e riflettere insieme agli spettatori sull’Europa di domani. A seguire, abbiamo previsto un dialogo con il critico e studioso Lorenzo Donati. Sempre all’interno del focus, ci sarà anche la prima nazionale di Con la carabina della Compagnia Licia Lanera, prima traduzione italiana del testo della drammaturga francese Pauline Peyrade, coproduzione di POLIS Teatro Festival 2022, in scena dal 5 all’8 maggio, nella nuova sala del Ridotto del Teatro Rasi. E, ancora, Lo straniero-Un funerale di Teatro i, ispirato ad Albert Camus, con in scena un bravissimo Woody Neri».

Teatro i Lo Straniero

Teatro i, “Lo Straniero-un funerale” (foto Lorenza Daverio)

Parlando di teatro, cosa si potrebbe migliorare a Ravenna?
Davide: «Premesso che il nostro territorio è un territorio privilegiato, in quanto ricchissimo nell’ambito delle arti performative, con tante eccellenze nate nel corso degli ultimi quarant’anni e con un bel clima di collaborazione a tutti i livelli, possiamo certamente dire che manca però di spazi fisici per queste arti e di opportunità economiche più sostanziose che diano davvero anche a realtà artistiche nate negli ultimi vent’anni la possibilità di crescere. Sono convinto che questo debba accadere senza togliere nulla alle realtà che esistono da prima, e che continuano a rappresentare delle eccellenze con le quali siamo felici di collaborare, ma crediamo ci sia bisogno di avere il coraggio di moltiplicare i poli e crescere in questo modo come intera collettività. Per quanto ci riguarda, i nostri spettacoli sono prodotti con i più importanti teatri italiani ed europei. Da anni produciamo i nostri spettacoli non a Ravenna, ma altrove, provando a Bologna, Firenze, Torino, Genova, in Lombardia, Puglia, Friuli, persino in Lussemburgo… Il che ha avuto un risvolto positivo nell’incrementare le nostre relazioni sempre più importanti anche a livello internazionale, ma aumenta anche le nostre spese distribuendole su altri territori e riduce l’impatto delle nostre attività sul territorio di Ravenna. Per questi motivi ci piacerebbe poter lavorare ai nostri spettacoli anche nella nostra città e avere una base fisica dove sviluppare i progetti partecipativi e formativi che POLIS organizza durante l’anno, incrementandone anche l’azione e le progettualità».

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