Ravenna Teatro e Accademia Perduta primi Centri di Produzione teatrale in Italia

Secondo la valutazione del ministero per l’ammissione a contributo per il triennio 2022-2024

Claudio Casadio E Ruggero Sintoni Vert

Claudio Casadio e Ruggero Sintoni

Nei giorni scorsi il Ministero ha reso noto i punteggi di valutazione per l’ammissione a contributo per il triennio 2022-2024 e per l’anno 2022 dei Teatri Nazionali, Teatri di Rilevante Interesse Culturale e Centri di produzione teatrale, riconoscendo a Ravenna Teatro un punteggio pari a 31,40 e ad Accademia Perduta/Romagna Teatri quello di 29,50, i due più alti, a livello nazionale, ottenuti dai Centri di Produzione.

Riconoscimenti che, da Ravenna a Forlì, da Faenza a Bagnacavallo, Cervia, Meldola (per citare i teatri in gestione dalle due realtà), affermano la Romagna come terra d’eccellenza teatrale, evidenziando il lavoro portato avanti in questi anni dai due Centri di Produzione.

In particolare, Ravenna Teatro diventa il primo Centro di Produzione a livello nazionale sui 35 presenti per qualità artistica – riconoscimento ottenuto grazie al lavoro della direzione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli che valorizza anche l’intera città di Ravenna.

«Ci congratuliamo per questo importante risultato – dichiarano il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e l’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia – che rende merito al prezioso lavoro svolto da Ravenna Teatro in questi anni, volto ad offrire alla città una proposta culturale ricchissima e di altissima qualità, nel segno di una costante e appassionata ricerca artistica. Allo stesso tempo si tratta di un riconoscimento che riafferma con vigore l’intrinseco legame di Ravenna con il mondo dell’arte, un rapporto fecondo ed incessante che nel dialogo con le molteplici realtà culturali presenti nel territorio trova la sua ragione d’essere».

Argnani Nonni Ravenna Teatro

Argnani e Nonni di Ravenna Teatro

«Questo risultato – spiegano i condirettori di Ravenna Teatro Alessandro Argnani e Marcella Nonni – ci riempie di orgoglio e di felicità. È il riconoscimento di una semina che da quarant’anni viene fatta in città e che tocca diversi luoghi i cui punti focali sono il Teatro Rasi, appena rinnovato, l’Alighieri, il Teatro Socjale di Piangipane e Palazzo Malagola, sede dell’omonima Scuola di vocalità e centro studi internazionale sulla voce fondato e diretto da Ermanna Montanari e Enrico Pitozzi. Un riconoscimento testimone di un dialogo forte tra Ravenna Teatro, l’Amministrazione, i tanti spettatori e spettatrici, gli artisti e le compagnie ravennati che contribuiscono a far vivere la nostra realtà. Essere accreditati quale primo centro di produzione in Italia per qualità artistica significa che una città di provincia non ha nulla da invidiare ai grandi centri del Paese».

Un riconoscimento che evidenzia anche il lungo percorso di Accademia Perduta/Romagna Teatri, che diventa il primo Centro di Produzione italiano nell’ambito del Teatro Ragazzi e che da anni contribuisce a valorizzare la qualità artistica di diverse realtà romagnole.

«I risultati ministeriali sono una bellissima soddisfazione – concludono Claudio Casadio e Ruggero Sintoni, condirettori di Accademia Perduta/Romagna Teatri – oltre che un’importante conferma per il lavoro che abbiamo svolto in tanti anni in Romagna, una terra che è madre’ di tante importanti realtà teatrali».

«Il riconoscimento ottenuto – ha dichiarato il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti, sottolineando la natura cooperativa di entrambe le realtà – rappresenta l’ennesima conferma dell’elevatissima qualità della proposta culturale di Ravenna Teatro e Accademia Perduta e del contributo fondamentale giocato da queste due cooperative, nel corso della loro storia ormai pluridecennale, nel rendere la Romagna una terra d’eccellenza per il teatro. L’impegno continuo nella ricerca artistica e la capacità di innovazione dell’offerta culturale di Ravenna Teatro e Accademia perduta è anche la riprova del dinamismo e della vitalità del settore delle cooperative teatrali, capace di superare la difficile stagione della pandemia e delle chiusure e tornare ad accogliere migliaia di spettatori, animando la vita culturale del nostro territorio».

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