Letteratura, illustrazione, drammaturgia: torna in scena “L’amica geniale”

Il 23 e 24 febbraio al teatro Rasi il nuovo lavoro dedicato a Elena Ferrante con Chiara Lagani e le visioni dell’artista Mara Cerri

Amica Geniale Cerri Lagani

Giovedì 23 e venerdì 24 febbraio, alle 21, al teatro Rasi di Ravenna, l’attrice e autrice Chiara Lagani e l’illustratrice Mara Cerri, nell’ambito de “La Stagione dei Teatri,” portano in scena lo spettacolo coprodotto da E/Fanny&Alexander dal titolo L’amica geniale a fumetti, recital tratto dalla graphic novel di Lagani e Cerri edita da Coconino Press, per la regia, video e musiche firmate da Luigi De Angelis. Di seguito le vicende di questa creazione rintracciate da Serena Simoni.

Da un libro uno spettacolo teatrale e poi una graphic novel e ancora una messa in scena: non meraviglia la germinazione spontanea di nuove creazioni elaborate da Chiara Lagani, dai Fanny & Alexander e Mara Cerri, che prendono vita da uno dei romanzi più importanti del nuovo millennio, L’amica geniale di Elena Ferrante, pubblicato in quattro parti fra il 2011 e il ’14.
A distanza di pochi anni dall’uscita dell’utimo libro, ispirata al romanzo è nata la pièce teatrale Storia di un’amicizia con la regia di Luigi De Angelis e l’interpretazione di Chiara Lagani, che cura anche la drammaturgia, e di Fiorenza Menni.

Amcia Geniale Fumetto Cerri LaganiSimili ma mai sovrapponibili, le due alter ego di Elena e Lina si raddoppiano nei movimenti e si sfaldano per piccole dissintonie quasi impercettibili, mettendo in scena due potenti corpi attoriali. Le due protagoniste respirano e parlano la stessa lingua che viviseziona le emozioni primarie, agiscono gesti fluidi o impensati che svelano le oscurità e i non detti che le muovono. La mancanza di demarcazione fra le identità individuali delle due amiche viene reso dall’automatismo apparente dei gesti similari, dalla specularità dei gesti, scelte fatte dal regista per evidenziare la complessità della loro relazione simbiotica.

L’espediente drammaturgico risulta aderente al testo della Ferrante nella sua apparente infedeltà: lo sviluppo narrativo passa solo attraverso i corpi delle due attrici e la loro percezione di quanto e chi le circonda. Nelle tre parti del lavoro teatrale tutto si concentra sulla relazione fra le due donne, da bambine a adulte, sfrondando quel mondo vivace, chiaroscurato, che mantiene la bellezza del romanzo storico ma è improponibile in teatro.
Il lavoro ben riuscito rispetta una scrittura che per Ferrante deve essere un «avvicinarsi, accorciare le distanze, abolirle, sentire le vene pulsanti dei corpi vivi». La scrittura teatrale di Chiara si concentra su quei nuclei agiti, prepotenti, così in grado di agganciare una parte interiore, molle, viscerale, oscura che vive in ciascuno/a.

Cerri Amica Geniale Mani

Da questa bella produzione in tournee già da alcuni anni, è nato l’approdo a una graphic novel creata a due mani fra Chiara Lagani e la disegnatrice Mara Cerri, unite da un profondo rapporto di amicizia sorta dalla collaborazione di successo per la realizzazione dei Libri di Oz e da una passione condivisa per i testi della Ferrante. Mara, pesarese, è fra le migliori illustratrici e animatrici italiane: nel 2007 aveva già tradotto in tavole La spiaggia di notte, una breve e oscura favola della Ferrante che ben si prestava all’immaginario sciolto, inquietante e profondo che ha da sempre caratterizzato il lavoro dell’illustratrice fin dagli esordi.

Nelle tavole così come nelle animazioni le immagini ricordano alcuni effetti surrealisti, dispensati però dal loro pesante macchinario onirico e allegorico. La mancanza di questi meccanismi rende le scene ancora più inquietanti e sospese, come nei lavori di Casorati o Gnoli, un artista non a caso molto amato dall’autrice. Il linguaggio presenta sfumature affini all’imprecisione dei ricordi, produce ombre, doppi, slittamenti e rimandi in grado di creare una frizione costante fra un apparente aspetto rassicurante dell’immagine e il significato inquieto che evoca. Spesso è il mondo dell’infanzia e della prima adolescenza che ha dato materia al lavoro di Cerri, potente sul piano emotivo, stupefacente e così poco rassicurante da far comprendere quale sia la linea di unione con le dinamiche sotterranee dell’universo di Ferrante.

Non è quindi un caso il fortunato incontro fra la scrittrice e Mara Cerri. Entrambe possiedono la medesima sensibilità per i grovigli sensibili delle vite e l’identificazione di oggetti che catalizzano le paure. Mara palesa appunto una grande capacità che Davide Reviati – illustre autore e fumettista ravennate che per l’editore Cononino ha “supervisionato” il lavoro – ha definito una qualità rara tra i disegnatori.

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