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    Categoria: cultura

Una camminata immersiva in città inaugura il Polis Festival di Ravenna

“Muoio come un paese” è una performance itinerante di Gemma Hansson Carbone. In programma, al teatro Rasi, anche i due spettacoli scelti con il progetto “L’Italia dei visionari”

È un spettacolo itinerante, in prima nazionale, ad inaugura martedì 2 maggio il festival internaziole POLIS . Si intitola Muoio come un paese (partenza alle 18.30 dal teatro Rasi), ed ha per protagonista Ravenna: una camminata immersiva guidata dall’artista italo-svedese Gemma Hansson Carbone, per venti spettatori alla volta. Un percorso artistico liturgico che prende forma dal testo del noto autore greco Dimitri Dimitriadis e dalla figura dell’Angelus Novus di Walter Benjamin. Varie le stazioni in cui fermarsi per raccontare la città di Ravenna, scelte attraverso i suoi luoghi simbolo, ma anche tramite le storie di luoghi che fanno parte del vissuto personale di persone di varie generazioni che vivono e abitano la città.

Gemma Hansson Carbone è uno tanti artisti/e che da qualche giorno sono già in residenza a Ravenna per completare i loro spettacoli in sinergia con i luoghi della città. Il suo è un progetto di ricerca artistica aperto, libero, che coinvolge l’artista e il suo pubblico in una esplorazione collettiva di diverse pratiche artistiche e scientifiche. Lo spettacolo verrà approfondito dall’incontro con l’autrice e il critico Alessandro Iachino (mercoledì 3 maggio, ore 20, Teatro Rasi sala Mandiaye N’Diaye). L’incontro sarà trasmesso anche in streaming sui canali del festival.

Così il lavoro nelle parole di Gemma: «Il potere della memoria e della Storia non passa semplicemente attraverso processi cognitivi e informativi ma fa parte di noi nel senso più letterale: siamo noi stessi i nostri luoghi, con tutti i segni che portano e portiamo, siamo il terreno su cui queste orme temporali e culturali sono impresse. La nostra stessa epigenetica è il nostro Paese, così come i nostri paesaggi sono la stratigrafia della nostra Storia. Qual è la relazione occulta ma vibrante tra Natura e Arte? Tra Architettura e Memoria? Cercare di rispondere a queste domande significa accettare che ogni performance di Muoio come un paese sarà diversa, un’esperienza unica. Ogni volta la città, le sue caratteristiche urbane e umane, la loro analisi e la composizione del testo, assieme alla presenza della performer e dei suoi spettatori saranno diversi e del tutto imprevedibili».

La prima giornata di festival prosegue con i due spettacoli, al Teatro Rasi, scelti direttamente dai cittadini attraverso il progetto L’Italia dei Visionari, realizzato in collaborazione con Cantieri Danza, che quest’anno ha coinvolto una quarantina di persone provenienti da tutta la provincia di Ravenna. Alle ore 20 va in scena la Compagnia Lumen con Come la roccia, l’acqua e la neve, che racconta di due storie crudeli e poetiche di donne che compiono scelte coraggiose. Due storie intrecciate che trasportano lo spettatore in due mondi: la Puglia e l’Albania di qualche decennio fa; a seguire (ore 21.30) la regista e autrice Luisa Guarro presenta Una storia per Euridice, che vede in scena la danzatrice e performer Chiara Orefice. Un monologo visionario, in napoletano e italiano, un virtuoso gioco di cambi di voce e personaggi, di danze e canti d’amore disperato. Una riflessione sulla condizione delle donne-ninfe la cui essenza di spiriti sempreverdi e liberi, viene repressa in difesa dell’ordine costituito, della famiglia e del patriarcato. La serata si conclude (ore 22.30) con un momento di dialogo tra i cittadini Visionari e gli artisti da loro selezionati.