
Ravenna Jazz festeggia quest’anno il 50esimo anniversario. Ad aprire la rassegna – giovedì 4 maggio dalle 21 al teatro Alighieri – sarà il “concertone” del progetto “Pazzi di Jazz”, arrivato alla decima edizione, un traguardo raggiunto rimanendo sempre fedele al suo originale format ma aggiornando il cast artistico. A coronamento di un percorso didattico e formativo che coinvolge numerose scuole ravennati, quattro celebri artisti (Tommaso Vittorini, Mauro Ottolini, Alien Dee e Mauro Negri) saliranno sul palcoscenico assieme alle orchestre giovanili e ai cori dei quali hanno curato la preparazione.
Animatore di “Pazzi di Jazz” sin dalle sue origini, Tommaso Vittorini, noto compositore e direttore d’orchestra, salirà sul podio del concerto. A lui si devono anche gli arrangiamenti originali eseguiti nel corso della serata. Legato a “Pazzi di Jazz” sin dalla prima edizione è anche il giovane e pluripremiato rapper-beatboxer Alien Dee. Acquisto più recente ma ormai familiare agli studenti ravennati è l’esuberante trombonista Mauro Ottolini, mentre per la prima volta si unisce a questa squadra il sassofonista Mauro Negri: due solisti di riferimento del jazz nazionale.
Alla guida di questi affermati professionisti di fama internazionale saranno affidati i giovanissimi studenti provenienti dalla scuola media Don Minzoni (Orchestra dei Giovani e Orchestra Don Minzoni) e la scuola primaria Mordani (il coro Swing Kids). Il coro a cappella Teen Voices riunirà poi studenti provenienti da vari istituti superiori.
La musica del geniale contrabbassista Charles Mingus è stata al centro dei laboratori didattici e poi anche del concerto finale all’Alighieri. Ancora enorme è l’influenza esercitata dal suo lascito musicale, nel quale convivono le radici del blues e l’estetica di Duke Ellington, la forza di Coltrane e la creatività di Charlie Parker, rese uniche e diverse dalla sintesi fattane da Mingus, personalità non meno sovrumana di quella dei suoi modelli. L’accostamento in altorilievo tra la concezione compositiva e l’improvvisazione, in Mingus, sprigiona un’energia dalla forza libertaria, un’espressività al calor bianco.