Cavina, Cavezzali, Maggiani: racconti d’autore sul dramma dell’alluvione

Le parole con cui gli scrittori locali stanno affrontando l’emergenza

Cristiano Cavina 5 2Casola Valsenio, in collina, è tra le realtà più colpite dalle frane e dal disastro del maltempo. Piccola località capace di costruirsi un’idendità culturale forte attorno a idee più che a monumenti di fama nazionale, come le erbe perdute o il festival estivo “Casola è una Favola” o ancora l’antica festa dei carri, paese natio di Alfredo Oriani e di Pittàno, oggi Casola è nota a un larghissimo pubblico soprattutto grazie a una voce che la racconta da anni, quella dello scrittore Cristiano Cavina. E ancora in questi giorni, usando i social, Cavina sta facendo un racconto di quanto è successo a Faenza tra le 4 e le 17.30 del 17 maggio destinato a diventare una testimonianza che rimarrà nel tempo. E ancora, Cavina nei giorni successivi all’alluvione racconta della sua scelta di non andare al Salone del Libro per presentare il volume in uscita per Bombiani proprio per essere a Casola a dare una mano “alla sua gente”. Una testimoninanza in presa diretta da non perdere, in attesa del suo prossimo libro.

Matteo CavezzaliNon solo Cristiano Cavina ha deciso di disertare il Salone di Torino per restare qui, a dare una mano. Matteo Cavezzali, scrittore e direttore dello ScrittuRa Festival (vedi articolo accanto), pur vivendo a Ravenna ha deciso di andare armato di badile a Faenza. Il suo, a differenza di quello di Cavina, è lo sguardo di chi arriva da fuori e racconta cosa vede avvicinandosi alla zona alluvionata. Anche lui descrive e racconta l’esperienza del volontario con parole d’autore (e anche immagini), a partire alla biblioteca Manfrediana, ma ci sono anche gli incontri con i residenti. «Un’anziana signora con i capelli bianchi raccolti sulla testa ci viene incontro, “questi sono per voi”. Ha novantadue anni, vive qui. Ci ha portato dei cioccolatini al rum con la carta rossa. Li scarta e ce li in­fila direttamente in bocca perché noi abbiamo le mani sporche di fango, in una sorta di comunione laica al gusto di cioccolato. Siamo nel fango da stamattina. A spalare e buttare via mobili marci». Questo l’incipit del suo racconto dal fango.

Maurizio Maggiani

Il grande autore Maurizio Maggiani, ligure che ha scelto da qualche tempo ormai di vivere in terra faentina, ha scritto e raccontato anch’egli in questi giorni, ricordando come questa sia stata una terra “inventata” che si è retta su un patto delicatissimo tra uomini e natura, un patto rotto dai primi negli ultimi 50 e 60 anni. E adesso? «Non potrà più essere come prima, serve un nuovo patto che potrà essere fatto solo dalle nuove generazioni», ha scritto. A Maggiani si deve anche l’improvvisa fama nazionale dell’espressione tutta romagnola «Ci andiamo su dietro» a esprimere una capacità di adattamento e perseveranza che non lascia spazio a vittimismi.

Eraldo OLo scrittore ravennate Eraldo Baldini, che da una vita racconta questo angolo di mondo con occhio da antropologo e da narratore, è stato tra i primi a sostenere la raccolta fondi per la casa editrice Il Ponte Vecchio di Cesena. Ecco il messaggio dello scrittore: «La sede, parte dei magazzini (migliaia di volumi) e degli strumenti di lavoro, i veicoli, sono andati perduti a seguito dell’inondazione. È a rischio la sopravvivenza di una realtà importante, un sicuro punto di riferimento culturale, che con la pubblicazione di decine di titoli all’anno, quasi tutti dedicati appunto alla Romagna, dà da oltre trent’anni voce e spazio alla ricerca, agli studi e alla scrittura sulla nostra terra (pubblica tra l’altro le riviste “Romagna arte e storia”, “Confini” eccetera)». Per questo è stata aperta una sottoscrizione (a cui si può partecipare anche con piccolissime cifre) con cui si intende aiutare la casa editrice a ripartire prontamente. Info sulla piattaforma Gofundme.

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