La distruzione del creato è “Little Boy”, parola di Roberto Mercadini

Successo a Cervia, al Ravenna Festival, per l’affabulatore che ha raccontato (con accompagnamento musicale) tutti i retroscena della costruzione della bomba atomica

Roberto Mercadini On Stage

Roberto Mercadini (foto Luca Concas)

Se è vero che la storia si ripete, una paura si profila in questi giorni in cui le sorti della guerra Ucraina-Russia sono poco chiare, la tensione sale a causa di colpi di scena inaspettati ed è da mesi che inquieta una minaccia: la bomba atomica. Ma come si crea una bomba atomica? Da che cosa è formata? Roberto Mercadini risponde a questi interrogativi nel suo spettacolo Little Boy in una serata di inizio estate del Ravenna Festival, quando i pensieri sono altrove, i ragazzi – numerosi in platea – hanno appena finito la scuola e si pensa al mare respirando il profumo della salsedine nell’Arena dello Stadio dei Pini di Cervia.

L’attore cesenate, con una frizzantezza e un’ironia pedagogica tutta romagnola, rievoca l’amicizia tra i fisici Heisenberg e Bohr, le cui scoperte scientifiche hanno portato alla creazione della bomba atomica; le fasi della Seconda Guerra Mondiale, anno per anno, fino allo scoppio dagli ordigni , che pongono fine nell’agosto del 1945 alla guerra che ancora si combatteva tra Giappone e Stati Uniti. Uno spettacolo tra storia e scienza. Mercadini fa riflettere lo spettatore su quanti passaggi sono compiuti prima di un evento catastrofico, quanta storia, quante scoperte, quante relazioni e condivisioni di idee sono intrecciate.

Prima dello sgancio della bomba atomica c’è la sua creazione. Prima della morte di oltre 230mila persone c’è una scoperta scientifica. Prima di una scoperta scientifica in verità c’è l’etica di scienziati che non hanno l’obiettivo di radere al suolo due città intere e di diffondere delle scorie radioattive portatrici di morte, di tumori e di deformazioni corporee le cui conseguenze si ripercuotono ancora oggi dopo alcune generazioni. Prima di una scoperta scientifica c’è l’amore per la vita e per il creato. Tuttavia, parlare di amore per la vita negli anni ‘40 del Novecento, forse gli anni più cruenti della storia recente dell’umanità, è difficile. Hiroshima e Nagasaki sono due città disintegrate, vittime prima di ambizioni belliche e politiche ma anche della ricerca scientifica.

Mercadini Little BoyIn maniera sintetica ed efficace, Mercadini ripercorre le fasi cruciali della Seconda guerra mondiale, combattuta da due schieramenti storici: l’Asse Roma-Berlino-Tokyo e gli Alleati e da due schieramenti scientifici: uno tedesco e l’altro americano con l’obiettivo di costruire la prima bomba atomica della storia. Mercadini riesce a rendere temi pesanti e concettualmente difficili in modo semplice e concreto. Ad aiutarlo vi sono le musiche sperimentali di Dario Giovannini che lasciano allo spettatore lo spazio per assorbire i contenuti e intervallano il racconto dell’attore. Sul finale, le informazioni rilasciate dalla narrazione sono tante – forse troppe – e lo spettatore fatica ad assimilarle dopo quasi due ore di spettacolo. La musica accresce il suo ritmo e il suo boato come per riprodurre coi suoni e non solo le parole, la tensione di quegli anni e lo schianto della bomba atomica. Che rumore fa un’esplosione del genere. C’è da chiederselo ma anche di avere la certezza di non volerlo sapere e non volerlo mai udire.

Alla fine dello spettacolo si è sgomenti: il turbamento deriva dalla contraddizione non solo scientifica – dal momento che secondo il principio di Bohr ogni elemento del mondo sub-microscopico è costituito da un’insopprimibile dualità – ma anche umana. L’intelligenza dell’uomo è tanto potente a creare quanto a distruggere.

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