Al Mar i fumetti di Coconino in mostra, tra grandi nomi e autori emergenti

Seconda edizione per il festival dell’editore bolognese che espone, tra le altre, tavole di Pazienza, Tuono Pettinato, Kamimuro Kazuo. Fino al 30 luglio

ManifestoCoConino Fest Disegnato Da Antonio Pronostico

Krazy Cat in piazza del Popolo a Ravenna per il Coconico Fest disegnata da Antonio Pronostico

Nella calda estate è aperta al pubblico la seconda edizione di fumetti di Coconino che si è trasferita al MAR lasciando la vecchia sede di Palazzo Rasponi dove aveva avuto luogo nel 2022 la prima esposizione della Contea di Coconino. Luogo nuovo sicuramente più moderno e attrezzato, e con orari più elastici del precedente, ma forse con meno appeal della vecchia sede che – fra l’essere in centro e offrire gratuità di ingresso – garantisce un gran via vai di pubblico.
Finiti gli incontri di approfondimento col pubblico fra il 15 e il 18 giugno, rimane una bella mostra con tavole e materiali originali di alcuni fumettisti ben conosciuti e una sezione dedicata ad autrici e autori più giovani – fra questi Rambo Pavone, Benedì, Silvia Righetti – tutti sotto l’egida della Coconino Press, la casa editrice specializzata che ha sede a Bologna dal 2000 e ha ristampato o pubblicato in anteprima le graphic novel in mostra.

Partiamo dall’invito alla mostra che Coconino ha realizzato riproponendo i personaggi dell’ingenua Krazy Kat e dell’antipatico topastro partoriti quasi un secolo fa dalla fantasia di George Herriman nel set completamente fuori contesto di Piazza del Popolo a Ravenna. Krazy è l’icona della Coconino che deriva il proprio nome dall’omonima contea americana dove vive la gatta: buona, felice, incapace di leggere la realtà e chi ha davanti.

Percorrendo la mostra, una particolare attenzione va alle tavole di un classico dei manga: Kamimura Kazuo, nato nel 1940 e scomparso ad appena 46 anni, è approdato al mondo dei manga nella seconda metà degli anni ‘60 dando vita a una serie di inquietanti protagoniste femminili. Le tavole di Love – pubblicate per la prima e unica volta nel 1973 e ripubblicate da Coconino in anteprima mondiale – sono il teatro delle gesta di una ragazza insoddisfatta e alla ricerca dell’amore. La protagonista incontra finalmente la sua metà Oikawa, accedendo la miccia di una svariata serie di passioni fra reale e onirico arricchite da incursioni nel linguaggio cinematografico. Hijiriko risente del mito attempato delle due metà che si completano, ciononostante vale la pena vedere le tavole originali dal segno calibrato, ripassate a pennino con china e rese tridimensionali grazie a pennellate di inchiostro e retini eseguiti maniacalmente a mano.

Andando col registro anagrafico segue il mitico Andrea Pazienza di cui è difficile sintetizzare l’estro, gli umori e il lavoro. Posso solo dire che ha segnato un’epoca e interpretato una generazione graffiando anche la città di Bologna dove si era trasferito per studiare. Il bello e il brutto di quegli anni c’è tutto nei suoi fumetti e nei suoi indimenticabili personaggi. In mostra sono le tavole di Pompeo, uno dei protagonisti più oscuri della maturità artistica di Paz, uscito nel 1987 poco prima della sua morte. I fogli sciolti si integrano con i quaderni presentati su un monitor insieme a un gruppo di tavole recuperate in un cestino di un albergo: la storia non lascia molto spazio a speranze e il tono intimo della narrazione prende le pieghe del sarcasmo e di un’affannosa ricerca “della roba”. Paz è un alter ego tossico, disperato, impigliato in maglie di vita troppo strette. Ma per molti quelle erano, in quegli anni.

Da Pazienza, dichiarato il capostipite della tradizione della graphic novel in Italia, si passa a Paolo Bacilieri, un autore più giovane di una decina di anni, diplomato a Bologna dove ha inizalmente collaborato col grande Milo Manara dividendosi poi fra il mercato italiano e francese. Disegnatore raffinato e innamorato dei dettagli, il suo ultimo lavoro per Coconino è la biografia di Piero Manzoni, uno dei più grandi artisti italiani del ‘900. Da sfondo alla storia non è ancora la “Milano da bere” ma quella del secondo dopoguerra, animata da segnaletiche pubblicitarie retrò e primi piani che ricordano i tratti di Magnus in Alan Ford. La storia si srotola come un film fra intellettuali e figure anonime che ricostruiscono perfettamente un’epoca e una magnifica e troppo breve traiettoria artistica.

Più giovane di un’altra decina di anni è Tuono Pettinato, nome d’arte scelto dal pisano Andrea Paggiaro che condivide con i precedenti la formazione a Bologna all’inizio del presente millennio. In mostra vengono presentate le tavole di uno dei libri più cupi di questo illustratore e fumettista, scomparso due anni fa. Corpicino è di nome e di fatto la storia di un omicidio del tutto inventato di un bambino – Marcellino Diotallevi – e delle reazioni illimitate di un popolo morboso fomentate dai mass media. Attingendo crudelmente alla realtà di cronaca, Pettinato dipinge attraverso un segno semplificato le fasi di un rituale ormai convenzionale nel contesto di una nazione ormai allo sbando morale.

Fior Hypericon Cover

Manuele Fior

Hypericon è l’ultima opera pubblicata da Manuele Fior, cesenate, classe 1975. Pluripremiato, l’autore traccia una storia fra presente e passato, attraverso una porta del tempo. Bastano un paio di tavole di paesaggi e di vedute urbane per comprendere le fantastiche abilità dell’autore per un racconto ambientato fra la Berlino degli anni ‘90 e l’epoca di Tutankhamen.

“Love Comics”, Mar, Museo d’arte della città di Ravenna, via di Roma 13; fino al 30 luglio; orari dal martedì al sabato: 9 – 18, domenica e festivi: 10 – 19.

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