Dal gruppo nanou alla danza della Primavera Araba: i protagonisti di Ammutinamenti

Pubblichiamo due approfondimenti, a cura rispettivamente di Linda Landi e Roberta Bezzi, sugli artisti protagonisti di questi primi giorni del festival di danza urbana Ammutinamenti. Cliccando qui è possibile consultare il programma completo.

Le artiste e gli artisti italiani

Urutau

Urutau, di Collettivo Cinetico

Pluralità, apertura, memoria e visione sono le parole chiave di Ammutinamenti 2023: con la salda regia di Cantieri Danza, dai luoghi storici agli spazi nuovi, l’eterno circolo della creazione nella danza d’autore è un patrimonio che ha radici forti e sguardo aperto che volge al possibile.

Come le artiste e gli artisti italiani protagonisti di questa venticinquesima edizione, a partire dal gruppo nanou, pagina di spessore della danza di origine ravennate che presenta Arsura (l’8 e il 9 settembre in sei repliche al museo Mar già a partire dalle 15.30). Il nuovo lavoro ha come protagonisti proprio il tempo e la reazione del corpo dinanzi al vuoto, “un attimo sospeso, carico di dramma, in cui osservare le macerie dell’accaduto” ed è frutto del confronto artistico tra Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci che ne è anche l’interprete.

I giganti di CollettivO CineticO tornano all’Almagià (l’8 e il 9 settembre alle 21) con Urutau. extinction party, performance rituale partecipata aperta e preceduta da un workshop di preparazione condotto dall’anima del collettivo, la coreografa Francesca Pennini. Ispirata all’omonimo volatile, Urutau (in italiano il Nittibio) viene denita come “un ibrido tra un rito sacricale e un rave party congelato” e vede in scena un singolare allenamento telepatico tra i performer, che travalicano lo spazio fisico per toccare quello contemplativo, seguendo le linee guida del “fitoness”, delicata pratica meditativo-esperienziale liminare alla vita del mondo vegetale, ludicamente praticata dal collettivo in opposizione al rumoroso e mainstream concetto di fitness.

Nicola Galli e la sua personale visione coreograca ci portano invece Sull’orizzonte della Penisola di Boscoforte nelle Valli di Comacchio (domenica 10 alle 17). La performance nasce come site-specic in collaborazione con Trail Romagna nell’ambito del festival ItineRa e consiste in un invito a scoprire il camuffamento di un corpo danzante nella natura, alla ricerca di una nuova integrazione tra umano e paesaggio.

Altra voce accreditata della danza di ricerca italiana è Silvia Gribaudi che, con la sua inconfondibile cifra ironica, è autrice e interprete di A corpo libero (sabato 9 alle 10.30 ai giardini pubblici e alle 20.30 al centro sociale La Quercia), una riflessione sulla condizione femminile che prende le mosse dall’imperfezione della fisicità, intesa come epidermide di un universo interiore.

NeverStopScrollingBaby dell’esordiente collettivo italo-belga VITAMINA è invece costruito intorno all’idea di “un flusso continuo di informazioni, un gioco di accelerazione e impulsi ormonali”. Al centro della coreografia (domenica 10 alle 17.30 all’Almagià) è la nostra realtà iperconnessa, sempre tesa alla ricerca del sensazionale, che porta al tipico gesto dello scrolling, ovvero lo scorrimento compulsivo sullo schermo che crea eccitazione e nel contempo frustrazione.

La giovane Compagnia Bellanda con L’incontro (domenica 10 alle 16.30 e alle 18.30 al centro commerciale Esp) indaga invece le relazioni e le complesse dinamiche che si sprigionano quando si intesse un rapporto con l’altro: diversità, identità e pregiudizio sono i poli catalizzatori di un contatto che chiama in gioco equilibrio e fiducia.

Infine, Adriano Bolognino selezionato dal gruppo dei Visionar* di Ravenna, presenta (lunedì 11 alle 18.30 alla Fondazione Sabe per l’arte) Come neve che intreccia le sensazioni piacevoli dell’infanzia davanti a una nevicata alla finestra e il senso di comunità, rispecchiato anche nella scelta dei costumi, realizzati all’uncinetto da un gruppo di appassionate autocostituitosi durante la pandemia.

Linda Landi

Un festival anche internazionale

Compagnia Ertza Otempodiz Ph Asier Zabaleta

Ertza

Guarda oltre conne la XXV edizione del Festival Ammutinamenti, in cui spicca la presenza di diversi artisti stranieri: il vietnamita Tu Hoang, il libanese Bassam Abou Diab e la compagnia spagnola Ertza di cui fanno parte anche performer mozambicani.

Il coreografo e danzatore vietnamita Tu Hoang porterà il duetto Trial, venerdì 8 settembre alle 18 in piazza San Francesco. In scena, lo stesso Hoang insieme a Tuan Tran, darà prova di armonia e sincronicità, con rapidi impulsi e precisi movimenti della mano. I due uomini finiranno per competere tra loro, gareggiando fino a perdersi l’uno nell’altro e a evolversi in due identità separate. Nel 2018 la sua creazione ha ricevuto più riconoscimenti al concorso internazionale di coreografia di Copenhagen, tra il terzo premio, il premio del pubblico e il premio B.oom festival production. Ha anche vinto il primo premio al New Dance For Asia a Seul e il premio del pubblico alla Tanzplattform Bern 2019. La danza di Hoang, che da anni vive a Rotterdam, è unica in quanto combina elementi di Kung Fu e Tai Chi e le influenze più occidentali del contemporaneo e dell’hip hop urbano.

Sabato 9 settembre alle 22, nella cornice delle Artificerie Almagià, il libanese Bassam Abou Diab presenterà al pubblico del festival il suo Eternal che concentra l’attenzione sul corpo nel periodo della Primavera Araba, un movimento politico che si oppone ai sistemi sociali e politici esistenti in Medio Oriente e in Nord Africa. Un esempio di come la danza possa diventare un elemento di ribellione contro un sistema politico radicale. In particolare, Bassam – unico performer sul palcoscenico – parlerà del rapporto con il suo personale “Grande Fratello”, proponendo una serie di sequenze di danze ribelli creata proprio per opporsi a questa autorità. Dopo aver mosso i primi passi come attore e ballerino di dabke, nel 2021 ha fondato il Beirut Physical Lab, un’organizzazione che mira a sostenere gli artisti emergenti della danza contemporanea e del teatro fisico, concentrandosi su formazione, spettacoli, ricerca e collaborazioni artistiche a livello locale e internazionale.

Da non perdere anche la compagnia spagnola Ertza, nata nel 2004 sotto la direzione del danzatore e coreografo Asier Zabaleta, con lo spettacolo Otempodiz, lunedì 11 settembre alle 17.30, di nuovo in Piazza San Francesco. Un lavoro sul tempo e sul suo diverso valore: in Occidente, dove è qualcosa di oggettivo, indipendente dalle persone, che si misura, si compra, si vende, si pianifica; in Africa dove al contrario è qualcosa di soggettivo, strettamente legato alle persone, che può essere “abitato” e che non manca quasi mai. La danza unifica, in quanto consente di vivere il tempo stesso in un presente assoluto. Il progetto è il risultato di un processo di scambio e di creazione artistica bilaterale tra Mozambico e Spagna. Sulla coreografia di Zabaleta, danzano Fenias Nhumaio e Deissane Machava.

Roberta Bezzi

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