
Rita dagli occhi neri, protagonista del nuovo romanzo di Ilaria Cerioli (edito da Affiori) è in effetti Rita Barbieri, anzi Enrica Barbieri detta Rita, personaggio storico vissuto tra ‘800 e ‘900 a Villanova di Bagnacavallo e divenuta allora, suo malgrado, una celebrità. La sua incredibile storia era già stata raccontata da Saturno Carnoli e Guido Pasi nel 2013 in un libro da cui Cerioli, nella postfazione, dice di aver attinto per dare voce e corpo alla sua Rita.
Con una scansione da libretto d’opera, la scrittrice ravennate in meno di cento pagine ci fa entrare nella mente della giovane donna che uccise l’uomo che l’aveva sedotta, messa incinta e poi abbandonata, tradendo ogni promessa e cercando anzi di far ricadere su di lei le colpe. Dopo anni di angherie, dopo aver visto morire la figlioletta appena nata, Rita Barbieri aspettò l’uomo fuori dalla chiesa e lo accoltellò. Come questo non bastasse a farla passare alla storia, in tribunale fu assolta perché le fu riconosciuta una “legittima difesa” dai soprusi che l’uomo non le aveva risparmiato. Una vicenda che ebbe grande eco mediatica e che catapultò una semplice ragazza di Villanova sul palcoscenico della Storia. Ma Cerioli non la trasforma in un’eroina fuori dal tempo, in una sorta di femminista ante-litteram, riesce invece a farci sentire il mix di desiderio di amore e insieme di rispetto, di frustrazione e desiderio di vendetta che mosse la giovane in un affresco che non tradisce l’epoca, i costumi, i modi di pensare delle campagne ravennati di allora.
Senza mitizzazioni, senza nostalgie ma con una vicinanza sentimentale e una lingua che mescola nella prosa espressioni gergali e popolari, Cerioli ci racconta una storia incredibile che pure è successa e che può essere interpretata in molti modi. Di sicuro è il riscatto di una giovane che rifiuta di essere additata dalla società come colpevole quando è invece vittima; ma allo stesso tempo è la storia di una donna colpevole di omicidio che in tribunale viene considerata vittima.
Cerioli scrive poche pagine, tutte o quasi incentrate sulla protagonista, dove le famiglie e il resto del paese fanno quasi da coro, distaccato e lontano, e anche l’uomo che sarà ucciso non ha, se non in un breve sprazzo prima della morte, uno spazio davvero autonomo. Del resto è lei che ci interessa e di cui, a questo punto, vorremmo sapere anche molto altro. Perché l’incredibile vicenda di Rita Barbieri, come ci ricorda Cerioli sempre nella postfazione, è lungi dal chiudersi a Villanova di Bagnacallo. La sua vita infatti la portò poco dopo il delitto fino in Texas e poi in California dove morì all’età di 78 anni. Ecco, a questo punto la speranza è che l’autrice decida di raccontarci anche gli altri capitoli.
Intanto, sabato 24 febbraio alle 16.30 alla Domus dei Tappeti di pietra è in programma la prima presentazione ravennate del libro. Dialogheranno con Cerioli la direttrice di RavennAntica Francesca Masi e lo storico Paolo Cavassini che per primo ha offerto all’autrice lo spunto per il libro. Il 29 febbraio invece l’appuntamento è al Caffé letterario di via Diaz alle 18 con Stefano Bon e Francesca Viola Mazzoni.