Dopo “Cantiere Dante” e il trittico dedicato alla Divina Commedia, Montanari e Martinelli continuano le opere “in fieri”, tra chiamate pubbliche e valorizzazione di luoghi suggestivi e insoliti come Palazzo Tedorico e Malagola: «Si tratta ogni volta di “mettere in vita” un classico e, al contempo, di “mettere in scena” Ravenna»

La seconda anta di Don Chisciotte Ad Ardere, lo spettacolo ideato e diretto da Ermanno Montanari e Marco Martinelli, andrà in scena nell’ambito del Ravenna Festival dal 26 al 30 giugno e dal 2 al 7 luglio (serata di riposo lunedì 1°luglio), coinvolgendo gli spazi del Malagola e del Palazzo di Teodorico.
Lo spettacolo inizierà alle 20:00 con la ripresa della prima anta andata in scena nel ’23. Dopo la prima anta, che parte e si sviluppa negli spazi dell’omonimo Palazzo Malagola (sede del centro di ricerca vocale fondato e diretto proprio da Montanari insieme a Enrico Pitozzi, in via di Roma 118), la seconda toccherà quest’anno il Palazzo di Teodorico e proseguirà con la processione degli “erranti”che fuggono dal rogo dei libri, l’episodio con cui si è conclusa, lo scorso anno, la prima rappresentazione.
I maghi (Hermanita e Marcus, alias Ermanna Montanari e Marco Martinelli), insieme agli erranti e alle maschere (Don Chisciotte, Dulcinea, Sancio, alias Roberto Magnani, Laura Redaelli e Alessandro Argnani) arrivano alle rovine di un “palazzo”: passano attraverso un corridoio di muri e accedono a un prato. Lì i due maghi e le maschere si ispirano alla “schiava di Algeri”, novella centrale nella polifonia del romanzo di Cervantes, rileggendo la scena sotto una luce tagliente e attuale. Anche in questa nuovi spettacolo, si pone l’accento sulla relazione articolata e drammatica tra realtà e sogno.
Il Don Chisciotte ad Ardere, “opera in fieri 2024” è una coproduzione Albe/Ravenna Teatro, Ravenna Festival e Teatro Alighieri in collaborazione con i Musei nazionali di Ravenna e con Opera di Religione della Diocesi di Ravenna, e porta avanti l’eredità del “Cantiere Dante” che dal 2017 al 2022 ha coinvolto migliaia di cittadini nella messa in scena delle cantiche della Divina Commedia.
Montanari e Martinelli commentano così l’opera: «Si tratta ogni volta di “mettere in vita” un classico e, al contempo, di “mettere in scena” Ravenna: negli anni Dante ha passato il testimone a Cervantes, la prima ‘Chiamata pubblica’ è avvenuta nel 2016, ma l’entusiasmo delle cittadine e dei cittadini nella creazione corale è rimasto immutato, segno che il teatro mantiene la sua forza dirompente quando, alla verticalità solitaria dell’arte, sa intrecciare l’orizzonte plurale dei corpi».
Anche quest’anno infatti il progetto vedrà la partecipazione, insieme ai cittadini di Ravenna che hanno risposto alla chiamata pubblica, delle “tribù” (gruppi composti da ragazzi che hanno partecipato a laboratori di non-scuola), da diverse parti d’Italia (da Torino a Lecce) e del mondo, da Pristina a Londra.
L’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia sottolinea come «ancora una volta si conferma l’affetto di centinaia di cittadini che nella “chiamata pubblica” colgono l’opportunità di vivere con protagonismo la creatività e lo spirito corale di una città che ha sempre trovato, nel teatro, un momento di condivisione e partecipazione».
Il percorso drammaturgico, vocale e sonoro vedrà coinvolti, oltre ai cittadini e alle cittadine della Chiamata Pubblica, gli attori delle Albe insieme a Martinelli e Montanari. In scena, oltre adArgnani, Fagioli, Magnani, Redaelli e Saccomandi, le “guide” Cinzia Baccinelli, Alice Billò, Vittoria Nicita, Marco Saccomandi, Marco Sciotto e Anna-Lou Toudjian.
«Sono sinceramente soddisfatto di questa opportunità di partecipazione alla vita culturale della città. – commenta Andrea Sardo, direttore dei Musei nazionali di Ravenna – Il palazzo, che insieme alla Basilica di Classe, al Battistero degli Ariani, al Mausoleo di Teodorico e al museo nazionale, è parte del nuovo istituto autonomo dei Musei nazionali di Ravenna, con la sua enigmatica suggestione mi pare davvero una perfetta quinta scenica che aggiunge al geniale percorso drammaturgico la storicità evocativa del luogo teodoriciano, così cara ai ravennati”. Prosegue Sandra Manara, direttrice del sito del Palazzo di Teodorico: «Siamo contenti di aprire, ancora una volta, le porte del Palazzo alla città di Ravenna. In passato, con le rassegne “Musica a Palazzo”, avevamo fatto conoscere questo gioiello dimenticato attraverso i giovani allievi degli istituti musicali, mentre quest’anno e il prossimo saranno due artisti pluripremiati, con il loro Teatro delle Albe, e insieme a Ravenna Festival, a farlo vivere con centinaia di cittadine e cittadini che hanno dimostrato grande partecipazione e senso di appartenenza».
Le musiche dello spettacolo sono state composte e saranno eseguite dal gruppo Leda: Serena Abrami, voce/synth; Enrico Vitali, chitarre; Fabrizio Baioni, batteria/impulsi e segnali metallici; Giorgio Baioni, basso. Electronics e sound design Marco Olivieri, disegno dal vivo Stefano Ricci, scenografia Ludovica Diomedi, Elisa Gelmi, Matilde Grossi; costumi Federica Famà, Flavia Ruggeri; disegno luci Luca Pagliano, Marcello Maggiori; direzione tecnica Luca Pagliano, Alessandro Pippo Bonoli e Luca Fagioli.