domenica
14 Settembre 2025
ravenna festival

Nella Basilica di San Giovanni Evangelista un’opera sacra dedicata a Galla Placidia

Sette quadri per raccontare la storia di una donna straordinaria, in un lavoro per soprano, baritono, coro ed ensemble

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Coro & Ensemble 1865 Ph Luca Concas

Figlia, sorella, moglie e madre di imperatori: la vita avventurosa di Galla Placidia risulta ancora oggi straordinaria e attuale, ed è proprio lungo le sue vicende che che si dipana Dilexi, la sacra rappresentazione in scena nello spazio della Basilica di San Giovanni Evangelista, edificata proprio da Placidia quale voto dopo il naufragio nel ritorno da Costantinopoli. Lo spettacolo andrà in scena tutti i giorni, alle 19, da martedì 2 luglio a domenica 7 luglio.

“Storia di Galla Placidia in sette quadri” recita il sottotitolo del lavoro per soprano, baritono, coro ed ensemble, che Ravenna Festival ha commissionato a Danilo Comitini (compositore) e a Francesca Masi (testi e drammaturgia). L’interpretazione è affidata al soprano Laura Zecchini e al baritono Gianandrea Navacchia diretti da Antonio Greco a capo del Coro & Ensemble 1685 del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna, a cui si aggiungono Agnese Contadini all’arpa e Raffaele Damen alla fisarmonica.

«Dilexi, ho amato, è l’ultima parola pronunciata in punto di morte da Teodosio, l’amato padre di Placidia, ed è il punto di partenza di una sacra rappresentazione costruita su fonti reali ma avvolte da una dimensione immaginativa, in cui la protagonista e le voci del suo tempo si incarnano nel canto e nella musica, attraversando sette visioni, sette dialoghi immaginati dai quali – come spiega il compositore Danilo Comitini – emergono i molteplici volti ed espressioni della protagonista e del suo tempo».

I sette quadri nascono dalle voci del coro, come una meditazione e riprendono le ultime parole di Cristo sulla Croce. In un viaggio nel tempo, lungo la vita di Placidia, ma anche nello spazio, toccando le città che ne accolsero il passaggio, e attraverso le voci di interlocutori immaginari che nel dialogo permettono di indagare nel cuore e nella mente della protagonista: Ambrogio, Girolamo, Agostino, Pier Crisologo, Giovanni, Ipazia, infine Papa Leone, di fronte al quale Placidia si ricongiunge al corpo del piccolo figlio morto, Teodosio, lo stesso nome del padre, in una fatale circolarità della vita e del destino.

«È una donna vissuta nel fecondo confine di due epoche, che lascia il tempo antico della classicità per addentrarsi nell’Evo di mezzo, che passa dalle dispute dei filosofi ai grandi concili della nascente cristianità, dai templi degli dei alla chiesa di Dio; ponendosi quindi in quel passaggio fertile a cui la civiltà europea deve il proprio fondamento» conclude Francesca Masi.

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