I gialli vanno di moda, i gialli vendono, ormai scrivono tutti gialli. E anche il nostro Cristiano Cavina, scrittore nonché pizzaiolo di Casola Valsenio, si è convinto a cimentarsi con il genere. Dopo tanti romanzi più o meno autobiografici, storie per ragazzi, libri storici, omaggi alla Romagna, Cavina è ora in libreria con L’Ananas no, pubblicato da Bompiani, ed è subito, si spera, seriale. La ricetta è un po’ la solita: investigatore per caso burbero e spiantato, dal buon cuore e la vita a pezzi e intorno una pletora di personaggi a fargli da spalla. L’amico prete, il collega pakistano che in un italiano stentato regala perle di saggezza, la giovane collega amante di detective stories, il capo ex galeotto.
Il tutto condito dello humor non proprio British della Romagna in un’ambientazione che potrebbe far impazzire qualsiasi lettore non autoctono (e forse pure autoctono). Galeata a Mare infatti non esiste, ed è un po’ la Vigata della bassa, si potrebbe dire. Perché in realtà è un po’ un mix di Cesenatico, Cervia, Pinarella… non fosse che Cervia e Cesenatico nel libro ci sono eccome, con tanto di saline, così come Ravenna, con la visita guidata ai luoghi dei delitti passati. Mentre Casola è Purocielo. Toponimi tutti con la loro ragion d’essere, si capisce bene. Ma la ragion d’essere ce l’hanno soprattutto i personaggi che incarnano una Romagna che sa di antico e di nuovo, che in questo caso unisce la riviera alle colline (montagne?), che mette insieme la luce accecante e l’afa soffocante della pianura, al fresco e buio dei boschi.
Talento purissimo e cristallino da scrittore, Cavina ha sfoderato la penna dei suoi primi magnifici libri editi da Marcos y Marcos e l’ha usata per scrivere un giallo divertente con un retrogusto amaro che ci racconta un luogo immaginario ma in fondo reale e ci porta in un locale dove tutti a questo punto vorremmo andare, la pizzeria Gradisca. Già, perché il protago-
nista è pizzaiolo, come Cavina stesso, che considera l’ananas sulla pizza come il male assoluto, mentre apprezza condirla con erbe aromatiche di vario genere (l’abbiamo già detto che è di Casola, del resto). A differenza dello scrittore, il detective per caso-pizzaiolo Moretti è anche ex sovrintendente della penitenziaria, al verde, incasinato fin sopra i capelli, insopportabile e, manco a dirlo, adorabile. Insomma, bravo Cavina. Il giallo vende perché è divertente ed è divertente perché è duttile e se l’autore è bravo, come in questo caso, ci può raccontare un luogo, un tempo, un’umanità varia, che peraltro è la nostra. Vogliamo tutti tornare al tavolo Vintage e ritrovare quella scombinata banda al completo, con un pensiero speciale a Vittor (ex galeotto ora imprenditore) che odia l’aria condizionata in auto e che di tutti è forse quello che ci mancherà di più. Ma, appunto, la speranza è di reincontrarlo presto.
In agosto Cavina presenterà il suo libro il 20 a Solarolo (Pizzeria 5.0).