Al museo arcivescovile di Ravenna dal 7 dicembre sarà in mostra il manto giubilare indossato da Papa Giovanni Paolo II a San Pietro per il rito di apertura della Porta Santa della Basilica Vaticana, inizio del Giubileo del 2000. L’iniziativa rientra nell’ambito degli eventi del Giubileo ordinari 2025 che a Ravenna verrà aperto dall’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni il 29 dicembre in cattedrale.
Il manto indossato da Papa Wojtyla solo il 24 dicembre 2000 fu realizzato da Decima Regio, sartoria veneziana specializzata fin dal 1987 nella confezione di paramenti sacri, con pattern ispirato da un lacerto pavimentale del Duomo di Ravenna. È stato esposto a Tokyo, a Città del Messico, in Polonia, in Francia, negli Usa. Ma mai finora in Italia. La prima esposizione italiana sarà quindi quella del Museo Arcivescovile
Stefano Zanella è l’autore del disegno che si ispira alla cattedrale di Ravenna: «Il cerimoniere del Papa, monsignor Piero Marini e monsignor Guido Marchetti, allora economo e direttore dell’Opera di Religione a Ravenna, da tempo si conoscevano tanto che nel 2000 monsignor Marchetti ci chiamò a Ravenna per realizzare alcuni abiti sacri per le celebrazioni in Cattedrale, sul modello di quelli già confezionati per il Collegio Cardinalizio in vista dell’Anno Santo. Ma già da molto tempo, visitando Ravenna e il Duomo negli anni dei miei studi, mi colpì particolarmente quel lacerto pavimentale del XII secolo, e poi l’immagine rimasta impressa mi si ripresentò quale fonte estetica per il manto del Santo Padre. Non senza soddisfazione monsignor Marchetti fu informato di questo particolare».
Gli artigiani di X Regio, lasciati liberi di individuare un tema per il tessuto scelsero la Porta: nel caso la Porta Santa della basilica di San Pietro, segno del Giubileo, ma soprattutto Cristo, porta tra la morte e la vita, porta di salvezza. Il pattern del manto presenta due disegni separati e sovrapposti: il primo è una serie di porte in progressione identica, ordinata e infinita. «L’immagine è quella stessa del Colosseo, del Palazzo delle Esposizioni di Roma, di qualsiasi antica basilica, a tutti familiare perché riprodotta moltissime volte», aggiunge Zanella. I colori, rosso, blu e oro, sono i colori cristologici tradizionali con i quali Cristo Pantocrator viene sempre rappresentato.
Sovrapposto a questo disegno di base c’è il secondo, che Zanella ha tratto dalla Sacra Sindone, sinopia di due colpi flagello ai quali è stato sottoposto Cristo nella Passione. «Il senso è che la porta della salvezza per ciascuno di noi viene aperta solo dal sangue redentore di Cristo: il tema del grande Giubileo del 2000».