Emozioni, ricordi, risate e anche qualche lacrima: in un gremito teatro Rasi, la sera del 18 dicembre, L’accademia del musical di Ravenna ha riavvolto il nastro della propria storia, festeggiando insieme ad allievi e docenti, di oggi e di ieri, i suoi primi 20 anni di attività.
Oltre tre ore di racconti e brevi performance, guidati dalla direttrice artistica Laura Ruocco – nota attrice, coreografa e regista teatrale – che è entrata sul palco insieme a Cristina Mazzavillani, con cui ha fondato l’Accademia (insieme, nei primi mesi, ancha a Mariarosa Brunati) quando il musical in Italia ancora non era un genere così diffuso. Con l’obiettivo di far crescere bambini e bambine, ragazzi e ragazze, artisticamente ma soprattutto umanamente. Di veder nascere in loro il sorriso, come ha sottolineato la stessa Mazzavillani sul palco. Con l’obiettivo di dare agli allievi, in particolare durante la difficile età dell’adolescenza, la possibilità di scoprire se stessi attraverso l’arte, di superare le proprie paure. Come quella bambina che non parlava e che allora ha scritto un testo messo in scena dai compagni («e ha poi anche iniziato a parlare», ricorda sempre Mazzavillani). O come quella ragazza scoppiata in lacrime al liceo inaspettatamente, perché l’Accademia non c’era più, e che oggi di quell’accademia è invece l’anima, l’attrice Giorgia Massaro, coordinatrice didattica della scuola ravennate, che forse deve ringraziare anche la madre se ci è riuscita. Fu lei, infatti, insieme ad altre mamme, a opporsi alla iniziale chiusura dell’Accademia, dopo nemmeno due anni, ritrovatasi senza una sede, convincendo Ruocco e «stalkerizzando» Mazzavillani, che ha confermato: «Sono stati i genitori a prenderci per mano, dicendoci “Ma come, avete creato una cosa che fa stare meglio i nostri figli e poi la chiudete così?”; avevano ragione»). La riapertura quasi immediata è stata la svolta per l’Accademia, che poi non si è più fermata, nemmeno con la pandemia, trovando la forza anche in numerose collaborazioni con realtà e associazioni del territorio (tra cui anche la nostra Reclam, citata durante la serata), l’ultima con la scuola di musica Mikrokosmos, dove oggi ha sede. E a partire da Lucé, senza la quale forse l’Accademia non esisterebbe, una fondazione che aiuta i malati di cancro e le loro famiglie ad affrontare i momenti più duri, presieduta dalla stessa Ruocco, che ha raccontato sul palco di aver così mantenuto una sorta di promessa fatta alla cugina malata, Lucia Bagnoli, prima della sua morte.
Durante la serata (a cui ha assistito nelle prime file del Rasi anche il maestro Riccardo Muti) si sono alternati ricordi e testimonianze di docenti e allievi e l’impressione è stata quella di trovarsi di fronte a una grande famiglia, che ha continuato ad accogliere figli e a lasciarne andare altri, cresciuti, come i sette «dello zoccolo duro» che si sono esibiti un’altra volta sul palco, loro che hanno vissuto oltre dieci anni all’Accademia e che oggi fanno tutt’altro (tranne l’attrice Camilla Berardi, protagonista anche di un divertente recital sulla donna in carriera).
Nel mezzo, all’inizio, alla fine, le esibizioni dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze che oggi sono L’accademia del musical (iscritti ai corsi di danza, canto e recitazione), che durante la serata hanno potuto così capire di far parte di qualcosa di più grande di una scuola. Con l’obiettivo di ritrovarsi al Rasi per un’altra festa tra dieci, venti, trent’anni…