Fino al prossimo 21 settembre il Museo Nazionale di Ravenna ospiterà una mostra per ricordare il tragico naufragio del 3 agosto 2013, dove 368 migranti persero la vita a largo delle coste di Lampedusa. Una costellazione in terra – Il memoriale delle vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa è l’esposizione che descrive il progetto firmato dall’architetto Vincenzo Latina per il risanamento delle cave di pietra nella parte più meridionale dell’isola, voluto per ricordare le vittime.
La mostra è curata da Gioia Gattamorta e promossa da Ravenna Festival e dall’Istituto Nazionale di Architettura – Sezione Emilia-Romagna, in collaborazione con i Musei nazionali di Ravenna e l’Ordine degli Architetti di Ravenna. L’inaugurazione è prevista per venerdì 20 giugno, alle 17.
Si tratta però di un progetto itinerante, che ha già toccato le tappe di Roma e Brescia, e che giunge a Ravenna proprio in occasione del Ravenna Festival 2025.
Latina, autore dell’opera, è architetto e professore all’Università degli Studi di Catania. In molti dei suoi progetti si è messo in ascolto “delle voci del luogo”: in questo caso il Memoriale viene definito da lui stesso un «luogo parlante», uno spazio scavato nella roccia, dalla di profondità variabile di due/quattro metri e mezzo, «dove affiorano gli odori e i rumori del mare». Il progetto ha vinto il bando aperto dall’Amministrazione comunale di Lampedusa, e trova spazio negli ex siti cava tra Cala Francese e Punta Sottile.
Fin da subito ha l’intenzione di tradursi in uno spazio aperto al pubblico destinato a ospitare manifestazioni musicali, teatrali ed eventi culturali, uno spazio dei lampedusani, ma anche un luogo di interesse turistico che fosse espressione delle arti, dello scambio delle idee e infine della conservazione della memoria collettiva.
Il muro della cava, già pregno di cicatrici, è stato ulteriormente “mitragliato” con 368 fori, di diverso diametro, che ricompongono una “costellazione immaginaria”. Di notte, in occasione del 3 ottobre, la parete si accende di luci tremule che ricordano quelle degli astri nel cielo. Se il foro è perdita e assenza, le luci diventano presenza e speranza. Una costellazione in terra è un momento di riflessione e partecipazione corale affinché il Mediterraneo possa diventare un mare di Pace.
La mostra espone fotografie della cava leggermente incassata nella roccia, da cui non si vedeva l’orizzonte, trasformata in un’area teatrale all’aperto, oltre a quelle, le immagini delle opere d’arte che interpretano il Memoriale o che ne fanno parte. Il percorso infine descrive come un’opera di architettura possa comunicare il ricordo di una tragedia attraverso il brulicare della vita.
In occasione dell’inaugurazione portano i saluti istituzionali Andrea Sardo, direttore dei Musei nazionali di Ravenna, Antonio De Rosa, sovrintendente della Fondazione Ravenna Manifestazioni, Luca Frontali, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Ravenna, Gioia Gattamorta, presidente IN/Arch Emilia-Romagna e curatrice della mostra, Serena Ciliani, direttore di sito del Museo Nazionale di Ravenna. A seguire gli interventi di Carlo Quintelli, professore ordinario dell’Università degli Studi di Parma, dal titolo “Theatrum Memoriae” e di Vincenzo Latina, dal titolo “Una costellazione in terra”.
La mostra è visitabile nelle giornate di martedì, mercoledì, sabato e domenica, dalle 8:30 alle 14:00; giovedì e venerdì: dalle 8:30 alle 19:30; prima domenica del mese: dalle 8.30 alle 19.30. Il biglietto singolo costa 6 euro, mentre l’ingresso è libero per gli abbonati del museo.