lunedì
03 Novembre 2025
il libro

L’improbabile autobiografia dell’inclassificabile Baroncelli

La nuova raccolta dell’autore ravennate tra ricordi, calembour, appunti

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Un gioco, quasi una partita a scacchi, una tenzone con il lettore, come sempre all’insegna della raffinatezza e dell’ironia è quella che ingaggia ancora una volta Eugenio Baroncelli, nato a Rimini nel 1944 ma da tempo ravennate, già docente al liceo Oriani, ma soprattutto già prolifico autore per Sellerio.

Eugenio BaroncelliIl cielo più pietoso è quello vuoto. Quindici voci di un’improbabile autobiografia è l’ottava raccolta pubblicata dal prestigioso editore palermitano. Raccolte che, come sanno bene gli estimatori di Baroncelli, sono caratterizzate da testi brevi e brevissimi, in cui emerge la vastissima cultura letteraria dell’autore che è stato non a caso più volte associato al grande Borges. A quattro anni dall’ultimo Libro di furti. 301 vite rubate alla mia, l’ex insegnante che ci ha raccontato la vita di mille e più personaggi tra veri e inventati ci consegna dunque quello che dovrebbe essere, almeno a leggere il sottotitolo, un libro autobiografico. Ma neanche a dirlo, nulla ha a che fare con l’autofiction che da anni ormai domina il mercato editoriale. Baroncelli si conferma infatti lontano da mode e tendenze e sempre più difficile da definire e inquadrare. In questo ultimo volume, a ricordi che sembrano davvero tali si mescolano citazioni, rimandi, sogni, lettere, elenchi. Come definirlo dunque? E quanto ci interessa definirlo? Non molto, per la verità. Nel senso che davvero non è la curiosità per la realtà dei fatti che muove la lettura, ma piuttosto il gusto per il calembour, il gioco di parole, l’eleganza della frase che spariglia qualsiasi aspettativa.

9788838948077 0 0 0 0 0Se per alcune raccolte passate, come Libro di candele. 267 vite in due o tre pose, potevamo forse parlare di miniature, qui siamo più all’acquerello in alcuni racconti o alla pennellata rapida in pagine che sembrano appunti, brevi accenni di vacanze, viaggi, isole, pensieri, divagazioni libere attraversate da quel costante sguardo sornione e beffardo che è parte della cifra stilistica di questo autore che non ha ancora finito di stupire.

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