Ravenna e i suoi dintorni si confermano un set da giallo. Elisa Bertini, classe 1988, ravennate, al suo terzo romanzo, scrive un thriller, Linfa Nera (edito da Sem), ambientato tra la città e le colline, dove sorge un’immaginaria Boclei vicina a Riolo Terme.
Dentro il romanzo c’è un po’ di tutto, a partire da una protagonista che fa un mestiere alquanto originale: la botanica forense. Ed è sicuramente questo l’elemento di fascino maggiore: Lena Malinverni, 36 anni, vive sola in un villino a Ravenna che ha scelto per la serra liberty dal grande fascino, unico spazio in cui trova se stessa e sconfigge i fantasmi dell’ansia. Il suo lavoro, sulla scena di un crimine, è quello di raccogliere le tracce lasciate da pollini e spore sul corpo della vittima per ricostruirne gli ultimi spostamenti e il luogo del delitto. Esattamente ciò che fa nell’indagine per la morte di una ragazza di cui viene rinvenuto il cadavere in una cripta a un anno dalla scomparsa. Una ragazza dai capelli rossi come i suoi. A partire da questo momento nel libro troviamo un po’ tutti gli elementi che ci si aspetta di trovare in un thriller: una serie di possibili moventi e relativi colpevoli, momenti di tensioni, segreti tra gli inquirenti, qualche battuta felice e qualche lieve tocco di romance. L’azione non manca, anche a scapito della verosimiglianza e di qualche forzatura, ma in fondo è fiction e di certo ci è impossibile dimenticarlo. Troviamo soprattutto una protagonista fragile, dal passato non facile, che non disdegna di ricorrere allo Xanax, ma che eccelle nel suo lavoro e trova la forza e il coraggio di andare fino in fondo all’indagine nonostante tutto. Il ritmo è serrato, i capitoli brevi, numerose le sottotrame e le tecniche della suspense sono utilizzate con una certa maestria. Non sorprende che la storia sia stata opzionata per una serie tv.