martedì
30 Settembre 2025
teatro

Lo spettacolo, la cena sul palco e la chiacchierata: al Rasi arrivano i “Trebbi”

L'idea di Gigio Dadina, con dedica a Saturno Carnoli

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Un po’ spettatore e un po’ commensale, chi andrà al Rasi nelle serate dall’1 al 5 ottobre si troverà a vivere un’esperienza teatrale fuori dai soliti ruoli, a cominciare dagli spazi che saranno occupati.

Luigi Dadina, autore, attore e fondatore delle Albe, infatti, ha dato vita a questa serie di “Trebbi” che prevedono cinque appuntamenti, sempre dalle 19, divisi in tre parti: lo spettacolo, alle 20 la cena e poi la chiacchierata con un ospite in chiusura. Del resto, al Rasi e dintorni, da tempo sono state abbattute le tradizionali barriere tra palco e platea e in più di un modo.

Cominciamo dallo spettacolo, che sarà Saturno figlio di Anarchia, dedicato a Saturno Carnoli, intellettuale poliedrico ravennate scomparso per Covid durante la pandemia. «Lo spettacolo è nato come mai mi sarei aspettato – ci racconta Dadina –, dopo la pandemia la compagna di Carnoli, Elisabetta Notari, mi ha contattato chiedendomi se potessi fare qualcosa in memoria del compagno, io lo avevo incrociato dai tempi della militanza degli anni Settanta, sapevo chi era ma non eravamo amici, però mi era sempre piaciuto il fatto che, come me, non fosse mai stato politicamente tra gli “ortodossi”. Così accettai e ho subito chiesto aiuto a chi gli era stato più vicino. Per questo Cesare Albertano mi si è affiancato nella scrittura dello spettacolo, aiutandomi a districarmi tra la marea di cose che Carnoli aveva fatto durante la vita. Parliamo di oltre trenta pubblicazioni, di racconti dei suoi allievi nel periodo in cui fu docente all’Albe Steiner, di interessi e passioni che hanno incrociato la nostra città e la storia del mondo, la sua è stata una vita esemplare. Tra le tante cose di cui si è occupato, mi hanno colpito le storie di lavoratori dell’off-shore che lui ha raccolto nelle serate del Barnum. Da questi materiali abbiamo sviluppato un racconto in sette quadri che ora ripropongo in scena in un dialogo con Paolo Baldini, che è tecnico e musicista».

Dopo lo spettacolo la cena e poi la chiacchierata. «Sì, sulle otto tutti i quaranta spettatori si sposteranno dal ridotto al palco del Rasi, dove i tavoli saranno disposti a ferro di cavallo e dove tutti insieme ceneremo. Tre portate preparate dallo chef Pierpaolo Spadoni, con un menù vegetariano che rielabora la tradizione del territorio. È un’idea che è nata sulla scia dei trebbi che già abbiamo fatto in pineta. Poi, dopo la cena, una chiacchierata con un ospite diverso ogni sera, persone che in qualche modo si collegano ai temi toccati dai quadri dello spettacolo, che stanno facendo cose importanti in città e non sempre sono sufficientemente valorizzate e note».

Ed eccoli i cinque ospiti dell’after dinner: aprirà gli incontri Walter Costa di Tiratura, uno studio grafico che sta lavorando in particolare sull’archeologia industriale e progettando una pubblicazione d’arte sulle Torri Hamon per cui saranno raccolti fondi durante tutte le serate dei Trebbi al Rasi. Ci saranno poi lo scrittore Tahar Lamri, lo “straniero” con il suo sguardo amorevole ma critico sulla città; Luana Vacchi, attivista femminista e autrice, collegata al terzo quadro, ossia le donne di Ravenna così come cantate da Herman Hesse; Marcello Landi, che con l’associazione Disordine lavora da anni alla valorizzazione del mosaico contemporaneo. Infine, si chiude con Suor Anastasia di Gerusalemme, ospite del convento carmelitano, autrice di due libri, che in qualche modo chiuderà il ciclo con un afflato di spiritualità che si lega al settimo quadro, alla soglia tra vita e morte.

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