Marc Chagall (1887-1985) – Moishe Segal o Mark Zacharovic Šagal secondo le rispettive declinazioni ebraica e russa – è uno dei grandi artisti del ‘900 la cui vita attraversa il secolo breve intersecandosi con le culture multiple delle società e i grandi rivolgimenti del tempo: dalla religione di stretta osservanza chassidica della famiglia – residente a Vitebsk e posta sotto il controllo della Russia imperiale – alla cultura ebraica dei quasi 5 milioni di ebrei tollerati in zone delimitate del territorio russo dopo i pogrom del 1881. Poi, via via attraverso i circoli intellettuali più avanzati di San Pietroburgo dove il giovane Chagall studia arte e frequenta Diaghilev e Nijinski mentre riflette sulle accese controversie di un paese diviso fra slavofili e chi vuole aprire all’Occidente. Con un’anima ancora legata al patrimonio delle origini, Chagall guarda con attenzione a ovest, alle mostre di Cézanne, Van Gogh, Matisse, Braque e Derain che vede nella capitale culturale. Nel 1910 inizia la prima permanenza a Parigi, la città esplosiva delle Avanguardie in cui si aggiorna sui lessici espressionista, cubista, futurista, raggista, sui vernacoli degli outsider come Modigliani e Soutine e dove frequenta l’intellighenzia internazionale riunita nel pulsare degli studi, dei salotti e locali. Ritornato in patria dopo quattro anni, vi rimane bloccato per lo scoppio della Prima guerra mondiale.
Segue la rivoluzione russa a cui Chagall aderisce con entusiasmo mettendo a disposizione tutta la sua professionalità. Eppure, nonostante l’attività e le relazioni con intellettuali come Majakovskij ed Esenin, scopre nel giro di pochi anni che la sua idea di arte “soggettiva” lo pone ai margini del sistema, in contrasto con i suprematisti Malevic ed El Lissitzky che sostengono un’arte “oggettiva”, totalmente al servizio del popolo.
Nel 1922 è costretto a prendere la strada dell’esilio: eletta la Francia come seconda patria, Chagall continua l’attività artistica stringendo rapporti con grandi artisti – Picasso e Matisse fra i tanti -, con collezionisti come Vollard, intellettuali come Breton. Nel 1941 – dopo vari viaggi in Spagna, Italia, Grecia, Egitto, Siria, Palestina, Olanda e Polonia – dovrà riprendere la strada dell’esilio per gli Stati Uniti in modo da sfuggire all’Olocausto e alla Seconda guerra mondiale. La permanenza oltreoceano è favorita da amici, artisti espatriati, galleristi internazionali: continua a lavorare con frenesia permettendosi solo una lunga pausa dopo la morte della sua diletta Bella, compagna di vita da trent’anni. Solo nel dopoguerra ritornerà in Francia, dopo una serie di belle retrospettive nelle maggiori città europee fra cui un’intera sala alla Biennale di Venezia. Si trasferisce definitivamente in Provenza dove sposa Vava Brodskij e raccoglie i frutti del proprio genio con inviti e commissioni in tutto il mondo.
A questo periodo maturo, di un Chagall quasi settantenne e sempre, costantemente al lavoro, si devono gli inizi della sua nutrita produzione a mosaico, tema principale della mostra inaugurata al Mar di Ravenna. Curata da Anne Dopffér, Gregory Couderc, Giorgia Salerno e Daniele Torcellini, la mostra Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera passa in rassegna i piccoli e grandi cicli musivi affrontati da Chagall fra il 1954 e il 1985, anno della sua scomparsa, comprendendo alcune produzioni postume su commissione della famiglia.
L’esposizione – inedita per il taglio e la presentazione di mosaici, bozzetti, disegni, cartoni, fotografie e materiali documentari – si collega a Ravenna, culla di questa passione. A seguito di un viaggio in Italia nel 1954 – di cui una tappa è la stessa città – e grazie al progetto dei mosaici moderni di Bovini, all’intermediazione di Lionello Venturi, alla partecipazione del Gruppo Mosaicisti ravennati guidato da Salietti, nel 1955 Chagall spedisce un bozzetto di un gallo da eseguirsi a mosaico. I mosaicisti locali ne produrranno due copie, oggi in mostra assieme al grande bozzetto, che vengono eseguite da Romolo Papa e Antonio Rocchi. Poi, grazie alla Scuola di mosaico inaugurata a Parigi da Gino Severini e diretta dal ravennate Lino Melano, Chagall deciderà di continuare questa linea di produzione che conta altri 13 mosaici distribuiti fra Parigi, Nizza, Gerusalemme, Chicago e varie località della Costa azzurra. Gli apparati e il filmato in mostra chiariscono molto bene contesti, committenze, soggetti e collocazioni dei mosaici per cui vale la pena soffermarsi su alcune questioni generali. La prima è la versatilità di un artista che ha realizzato dipinti e sculture, arazzi, scenografie teatrali e costumi, illustrazioni, incisioni, pareti in ceramica e mosaici facendo di quella sperimentazione messa a punto fin dai primi anni durante la rivoluzione in patria, la cifra continuativa del proprio lavoro. Segue una considerazione sulla grande difficoltà di resa a mosaico del suo lavoro altamente pittorico, sfumato, delicato e poco lineare: nel suo diario ne parla Romolo Papa che accetta la sfida della traduzione riuscendone vittorioso.
Sicuramente la preparazione di Lino Melano, fondatore come Papa del Gruppo mosaicisti, doveva presentarsi altrettanto adeguata: sarà infatti lui – assieme all’esperta mosaicista Heidi Hoegger (1929-2014), nipote del pittore svizzero simbolista Ferdinand Hodler e futura moglie di Lino, e in seguito all’allievo Michel Tharin – a tradurre i bozzetti del maestro. Il che significherà applicare la tecnica ravennate ma con modifiche da inventare – tessere a varie dimensioni, materiali variabili, inclinazioni diverse a mano – per corrispondere alle indicazioni musicali di Chagall. Il linguaggio musicale infatti è quello utilizzato da Chagall che per la traduzione musiva, oltre alla vernice rossa sui cartoni, spesso impiega note e corrispondenze armoniche secondo un principio che lo pone in forte prossimità con Kandinskij. I due si conoscevano e per quanto il linguaggio liricamente astratto del secondo sia lontano dagli esiti figurativi di Chagall, l’assonanza con la musica e la dimensione fortemente spirituale dell’arte – che Marc definisce “uno stato dell’anima” – avvicinano i due grandi interpreti del ‘900.
Permane nei mosaici – quasi sempre collocati in esterni – il mondo figurativo di Chagall, fitto di riferimenti all’infanzia, figure in volo, animali e eroi mitologici, personaggi biblici, persone e oggetti della cultura ebraica, il tutto radicato nell’infanzia e nell’esperienza dell’esilio. Possiamo immaginare come la perdita cristallizzi i ricordi e risulta chiaro il motivo per cui Chagall – in visita in Russia nel 1973 – non sia voluto tornare nel paese natale, Vitebsk, fonte primaria del suo mondo figurativo interiore ma distrutto durante l’ultima guerra. Non è solo al pozzo della memoria a cui l’artista attinge: dal 1915 Chagall aveva partecipato al progetto etnografico corale coordinato da Shlomo An-sky che chiama numerosi artisti e intellettuali per documentare e salvare il patrimonio della cultura ebraica in Russia. Molte delle immagini di Chagall derivano da questa esperienza che collassa immagini realistiche ad associazioni analogiche libere e a sovrapposizioni mnemoniche. A onore di cronaca occorre ricordare che l’artista non voleva si usassero i termini di simbolismo o di fantasia per il suo lavoro. Il suo procedimento di creazione partiva piuttosto da una compressione semantica e poetica di figure che si caricano di riferimenti multipli, dando piena legittimità a una ricerca che egli voleva innanzi tutto formale – ma libera e illogica – e indirizzata a un unico scopo: aprire le porte dell’invisibile, quello stato che per lui appartiene al mondo interiore ed è più reale di quanto materialmente ci circonda.
Orari e prezzi
Fino al 18 gennaio 2026 al Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna (via di Roma 13). Orario: dal martedì al sabato 9-18; domenica e festivi 10-19, lunedì chiuso.
Aperture festive dalle 10 alle 19: 8 e 26 dicembre 2025, 1e 6 gennaio 2026.
Apertura straordinaria dalle 9 alle 18: 5 gennaio 2026
Chiusura festiva: 25 dicembre 2025
Ingresso: intero 10 euro, ridotto 8, studenti Accademia e Università 6 euro, omaggio bambini fino ai 14 anni e tutte le categorie aventi diritto. Servizio di audioguida: gratuito scaricando l’app MIX Museum Interaction eXperience.
Una convenzione con la mostra di Ferrara
La Fondazione Ferrara Arte e il Mar di Ravenna hanno siglato una convenzione per promuovere in sinergia le mostre che rendono omaggio a Chagall. Al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, fino all’8 febbraio 2026, “Chagall, testimone del suo tempo” racconta in maniera esemplare – attraverso 200 opere – come l’artista sia stato capace di trasformare l’esperienza personale in una profonda riflessione condivisa e di farsi cantore della bellezza e della gioia di vivere. Al Mar di Ravenna, fino al 18 gennaio 2026, è in scena “Marc Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera”, di cui parliamo in queste pagine. Grazie alla convenzione, i visitatori potranno usufruire di agevolazioni reciproche: presentando il biglietto della mostra ravennate alla biglietteria di Palazzo dei Diamanti si avrà diritto all’ingresso ridotto a 14 euro. Viceversa, chi presenterà il biglietto della mostra ferrarese al Mar potrà accedere con biglietto ridotto speciale a 5 euro (anziché 8). Intanto, venerdì 14 novembre alle 17 al Mar verrà presentata la mostra ferrarese e il catalogo della stessa, con Vasilij Gusella, conservatore delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Visite guidate e laboratori per famiglie al Mar
Proseguono le visite guidate al Mar alla mostra “Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera”. Accompagnati da guide esperte, i visitatori potranno scoprire la figura di Chagall, il suo legame con Ravenna e le collaborazioni con i mosaicisti della città. Le visite sono disponibili per singoli visitatori, con appuntamenti ad aggregazione libera sabato 15 novembre e domenica 16 novembre alle ore 16:30 (Costo 14 euro compreso biglietto d’ingresso). Per le famiglie sabato 15 novembre alle ore 16 una visita animata con laboratorio creativo dedicata ai bambini dai 5 agli 11 anni. Tutte le visite guidate e le attività per famiglie richiedono la prenotazione obbligatoria: 0544 482477 o prenotazionimar@ravennantica.org.



