A cercarlo usato si trova a prezzi da capogiro, ben oltre i 130 euro (quindi se ce lo avete in casa…), perché sia la prima edizione del 2012 sia la seconda del 2015, entrambe per l’editore Laterza, sono andate esaurite da tempo. Quindi non può che essere una buona notizia la riedizione a cura dell’editore locale Il Ponte Vecchio di Tenebroso Natale di Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi, di poche settimane fa. Si tratta di un’edizione con note a fondo pagina, che riprende appunto quel volume sottotitolato “Il lato oscuro della Grande Festa” e che, per esempio, Paolo Di Paolo ha definito «un percorso affascinante che riscopre le radici inquietanti della data più celebrata del calendario». Del resto che il Natale non sia solo luci e buoni sentimenti lo sappiamo dai tempi di Dickens, quando nella sua Christmas Carol fa apparire i fantasmi di presente, passato e futuro. E non è un caso che gli stessi autori citino diversi altri esempi letterari e cinematografici che si muovono in questa direzione, in primis ovviamente Nightmare before Christmas di Tim Burton.
Ma il tenebroso Natale dei due autori ravennati non è fiction, bensì il frutto di una ricerca come sempre minuziosa e accurata in archivi, biblioteche, tradizioni popolari. Studiosi di antropologia culturale, etnografia e folklore affermati, Baldini e Bellosi hanno allargato lo sguardo dalla loro Romagna per includere usi e credenze di tutta Italia. Ed è così ad esempio che scopriremo il valore apotropaico del nostro albero di Natale in salotto o che la Stella di Natale è una pianta importata dal Sudamerica nel 1520. E il ginepro? Capace di cacciare le entità malefiche. Dalle origini pagane di una festa che si è sempre celebrata in corrispondenza del solstizio d’inverno, quando le giornate smettono di accorciarsi, ai giorni nostri, attraverso le credenze che volevano che tra Natale e l’Epifania le notti fossero popolate da creature misteriose. E del resto, come non pensare a una strega buona quando si pensa alla Befana?
Una lettura intrigante che nel mondo globalizzato e dei mercatini di Natale ormai tutti uguali, ci ricorda come ogni territorio conservasse fino a non troppo tempo fa un’identità propria che vale sicuramente la pena riscoprire, se non coltivare. E anche un modo per scoprire come dietro ogni gesto rituale, anche il più semplice come aprire un regalo o appendere una ghirlanda sulla porta, si celino ragioni profonde che avevano a che fare con il rapporto con la natura, il ciclo delle stagioni e il mistero di ciò che non si poteva comprendere. Neanche a dirlo, un perfetto regalo di Natale per chi non abbia l’edizione originale sullo scaffale di casa.



