I piani di dimezzamento dell’Ente preoccupano anche il sindacato
«Se i dipendenti di tali servizi non venissero trasferiti nei Comuni, nelle Unioni o in Regione, si rischierebbe un dissesto finanziario del nostro Ente e ciò potrebbe provocare, come è già successo in alcune Province del sud Italia, persino una difficoltà a pagare gli stessi stipendi ai dipendenti, con le conseguenze che ricadrebbero sui servizi offerti alla comunità. In questo senso – assicura però Rebucci – a Ravenna stiamo già lavorando da tempo per processi di razionalizzazione e contenimento della spesa. In questi anni abbiamo ridotto drasticamente il numero dei dirigenti, favorito la mobilità del nostro personale verso altri enti territoriali e utilizzato l’istituto del pre-pensionamento per chi aveva raggiunto i 40 anni di attività. Ciò ha consentito, finora, di mantenere i servizi fondamentali e al contempo di avere i conti in ordine fino al 2014, ma non è sufficiente per far fronte ai tagli pesanti e immediati che comporta la Legge di Stabilità. Per questo auspichiamo al più presto un accordo positivo innanzitutto con la Regione Emilia-Romagna. Per il trasferimento di servizi e personale o in alternativa, si potrebbe considerare, in attesa della costruzione delle Aree Vaste, l’avvalimento di personale provinciale per dare continuità ai servizi. Mantenerli cioè a livello provinciale ma prevedendo un adeguato contributo finanziario da parte della Regione e degli enti locali, per arginare il taglio di risorse a cui stiamo andando incontro. Nel frattempo abbiamo fornito alla Regione tutti i dati richiesti su servizi e personale e siamo pronti al confronto, a organizzare al più presto tavoli di lavoro per individuare le prime soluzioni almeno per le funzioni quantitativamente più importanti, come l’agricoltura e il centro per l’impiego. Ciò che importa è fare bene ma anche rapidamente, per evitare che diminuiscano le risorse per i servizi alla comunità».
Il sindacato. «Sono tagli lineari della peggior specie, altro che» dice anche Andrea Bezzi, della rsu della Provincia e definisce il prelievo dalle casse locali dello stato centrale una «gabella medievale». I sindacati hanno già indetto un presidio il 29 dicembre e ora, ci dice Bezzi, stiamo cercanod di organizzare incontri per sensibilizzare i consigli comunali e i sindaci, i quali, a partire dal 2016, avranno la diretta responsabilità anche politica di questi enti. Ma è una situazione davvero paradossale, dove si vuol fare passare per riforma quello che di fatto è un taglio dei servizi ai cittadini».
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