Acmar chiede il concordato in bianco 120 giorni per la missione salvezza

Congelato il patrimonio della coop edile: ora serve un un piano
per la ristrutturazione dei debiti. Iter fece la stessa cosa un anno fa

La cooperativa edile Acmar ha depositato in tribunale la richiesta di concordato in bianco. Si tratta di uno strumento che consente alle aziende in difficoltà di prendere tempo congelando i debiti, a fronte dell’impegno a predisporre, entro il termine stabilito dal tribunale, un piano da sottoporre ai creditori per la ristrutturazione. Si tratta sostanzialmente di una strada simile a quella intrapresa a febbraio 2014 da Iter, altra grande coop dell’edilizia ravennate.

Voci sul cattivo stato di salute di Acmar circolavano da diverso tempo e finora erano state sempre smentite ufficialmente dai vertici dell’azienda mentre la fiducia in una pronta ripresa era stata espressa anche da esponenti della politica come il vicesindaco Giannantonio Mingozzi. Ora l’ufficialità del grave stato di crisi arriva dal presidente della società Alfredo Zaccaria, che ha firmato la richiesta presentata al tribunale ieri, 25 febbraio. A questo punto, in buona sostanza, Acmar dovrà fare un’attenta analisi dei debiti e stimare quale liquidità sarà in grado di recuperare per poi proporre ai creditori una percentuale di restituzione del debito. Avrà 120 giorni di tempo per presentare un piano al tribunale, nel frattempo la situazione economica dell’Acmar è congelata e non saranno ammesse azioni da parte dei creditori.

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