X
    Categoria: economia

Cervia, il dossier del Comune per cacciare il gestore del porto

In 22 pagine le motivazioni che avviano la procedura per la decadenza
della concessione demaniale. Il sindaco: «Poi cercheremo un sostituto»

Con un dossier di 22 pagine che contengono le argomentazioni di 14 presunte inadempienze a carico del concessionario, il Comune di Cervia ha avviato il procedimento di decadenza della concessione demaniale del porto turistico assegnata da quasi cinquant’anni alla società Marina di Cervia srl. Che ora ha trenta giorni per presentare le proprie controdeduzioni. A seguire 90 giorni per il Comune per concludere il procedimento. Qualora la decadenza dovesse divenire effettiva il Comune rientrerà nella disponibilità del porto. Il sindaco Luca Coffari delinea il futuro prossimo: «Ci aspettiamo ora la solita commedia sulla stampa da parte del Marina di Cervia, ma noi andiamo avanti con la decadenza della concessione per poi trovare un nuovo gestore».

Ecco un riepilogo delle violazioni, riportate nell’avviso di avvio del procedimento. Le riassume il Comune in una nota scritta: «Oltre alla violazione del dragaggio a cui Marina di Cervia da anni non provvede costringendo il Comune a garantire con propri interventi la navigabilità del porto canale e la sicurezza della navigazione, vengono individuate come inadempienze e violazioni, la negazione di qualsiasi competenza del Comune nel determinare tariffe e modalità di gestione del porto pur qualificato come servizio pubblico locale, una gestione monopolistica che ha portato ad un elevata conflittualità con gli utenti sulle tariffe reputate arbitrarie ed eccessivamente onerose e sui servizi connessi all’ormeggio, ritenuti inadeguati ed insufficienti; l’assenza, reputata grave, di una carta dei servizi; il mancato pagamento, per tutta la durata della concessione, del canone pattuito con il Comune; diversi episodi di sospensione di servizi fondamentali all’utenza come il distributore di carburante; alcuni ritardi in passato nel pagamento del canone demaniale; problemi sulla cauzione; l’inadeguata manutenzione delle strutture e degli impianti portuali e i ritardi nell’ottemperare agli obblighi di ripristino a seguito delle mareggiate del febbraio scorso; il mancato rispetto della quota di riserva (10%) dei posti barca per il naviglio in transito; problemi nel subentro della concessione; l’esecuzione di opere senza titolo ed in violazione di norme edilizie e dell’atto d’obbligo che garantisce l’accesso pubblico alla passeggiata turistica; violazioni tributarie commesse in passato ed altre in corso di accertamento; inadeguatezze organizzative».

Le vicende travagliate del porticciolo cervese (circa 300 posti) sono cosa nota, come ricostruito di recente anche su queste pagine (vedi articoli correlati). L’ultima puntata è la sentenza del tribunale di Napoli che impone alla Marina il pagamento di 627mila euro. Secondo l’amministrazione comunale l’atteggiamento di Marina di Cervia è stato «sempre e costantemente contrario o omissivo rispetto agli obblighi ed impegni legittimamente assunti verso Comune ed utenza, sempre e costantemente conflittuale ed orientato a promuovere o opporre un contenzioso estenuante, oneroso, peraltro inutile considerando gli esiti ad essa sistematicamente sfavorevoli». L’avvio del procedimento è stato predisposto ed adottato dall’apposita task force costituita dall’amministrazione per gestire la grana. Sarebbe emerso un quadro che «non solo individua a carico del concessionario molteplici e gravi violazioni ed inadempienze, ciascuna delle quali ritenuta idonea a giustificare la decadenza (a maggior ragione se valutate complessivamente), ma supporta anche una valutazione complessiva di inidoneità ed inaffidabilità del concessionario a gestire in modo corretto il bene ed il servizio pubblico, venendo così a mancare i requisiti fondamentali per rilasciare e mantenere una concessione demaniale».