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    Categoria: economia

Il vicesindaco: «Il ministro non vuole le casse di colmata dentro le dighe»

Per Ap sono l’ipotesi migliore. Mingozzi: «Non si faranno mai»
E replica alla capitaneria: «Anche se sono sicure non è il caso»

«L’ipotesi di sistemare i fanghi dei dragaggi in casse di colmata dentro le dighe foranee non si realizzerà mai e di questo parere sono anche Provincia, Regione e il ministro Delrio». A dare voce al fronte del no è il vicesindaco di Ravenna, Giannantonio Mingozzi, a ventiquattro ore di distanza dalle parole del presidente di Autorità portuale, Galliano Di Marco, che ha ribadito l’esistenza di tre soluzioni diverse per risolvere il problema dei fanghi, due delle quali contemplano l’ipotesi casse a mare.

Mingozzi non ci sta: «È un errore e una provocazione continuare a presentarla come un’opportunità, condita da specchietti per le allodole come campi da tennis, attività commerciali e altro». E il numero due di Palazzo attacca a testa bassa anche la capitaneria di porto che ha confermato la fattibilità dell’opera da un punto di vista tecnico e di sicurezza: «Non significa nulla l’affermazione secondo la quale tecnicamente le casse di colmata siano fattibili: non è una ragione sufficiente né minimamente plausibile per insistere su una proposta sbagliata, perché un conto è l’analisi tecnica, un altro è l’esame complessivo di tutte le conseguenze che ne deriverebbero, nessuna delle quali fa propendere per quel tipo di soluzione. Abbiamo la fortuna di avere un’imboccatura del porto tra le dighe foranee ampia e molto apprezzata; chi la realizzò non pensava certamente a sacrificarne un terzo per depositarvi il materiale di escavo dei fondali né tanto meno a minacciare la coesistenza fra il traffico commerciale e quello turistico e da diporto. Prendiamo atto di quanto detto sulla sicurezza della navigazione ma riteniamo comunque che non sia il caso di fare modifiche che stravolgerebbero i connotati e la fisionomia stessa dello specchio d’acqua tra i due moli foranei».

Fra quattro mesi si vota e da più parti la scadenza elettorale è vista come il vero spauracchio per l’amministrazione locale: «Il nostro dissenso – ribatte Mingozzi – nulla ha a che fare con considerazioni di carattere politico-elettoralistico; appartiene semplicemente alla logica del buon senso. Lo abbiamo detto, assieme al sindaco, in tutte le occasioni come incontri pubblici, riunioni tecniche, commissioni istituzionali e consigli comunali nelle quali si è affrontato il problema dell’escavo del Candiano e delle casse di colmata: nessun progetto che ipotizzi casse, contenitori o sarcofagi che dir si voglia tra le dighe foranee di Marina di Ravenna troverà d’accordo l’amministrazione comunale».