Di Marco (Ap) replica al vicesindaco Mingozzi che aveva annunciato
la contrarietà di Delrio ai fanghi di dragaggio collocati dentro le dighe
Ma le casse a mare non sono il chiodo fisso di Di Marco: «Io voglio dragare il porto di Ravenna. Questa è la mia priorità. Con o senza casse a mare, non mi importa, come ho già avuto modo di dire in più occasioni. La sola cosa che mi importa è iniziare a scavare e farlo al più presto». Per questo in quella riunione di novembre il dirigente di via Antico Squero si è impegnato a presentare anche una soluzione senza casse a mare: «Cosa che puntualmente ho fatto il 20 gennaio 2016. Tale soluzione è stata inviata dal coordinatore del Tavolo Tecnico al Comune di Ravenna insieme alle due soluzioni con le casse a mare. Tutte e tre le soluzioni sono state concordate con gli organi ministeriali sopra elencati nel corso di diverse riunioni tenutesi nei mesi di dicembre e gennaio scorsi». Per essere sicuro che i documenti non restassero impantanati nei ritardi della burocrazia tra Roma e Ravenna allora Ap ha «inviato formalmente il documento che contempla le tre possibili soluzioni anche a Regione e Provincia, oltre che allo stesso Comune». Di Marco ributta quindi la palla nel campo di Palazzo Merlato: «Se il Comune di Ravenna vuole la soluzione senza le casse a mare non ha che da dirlo al Tavolo Tecnico, o accogliendo l’ipotesi progettuale che l’Autorità Portuale ha elaborato in tal senso o, cosa che però non mi risulta sia accaduta dal 19 novembre ad oggi, prospettando una sua soluzione alternativa, così come esplicitamente richiesto allo stesso Tavolo Tecnico dai rappresentanti del Ministro Delrio». In buona sostanza, il senso è: per dire no alle casse a mare presentate una proposta alternativa.