Crollo dell’edilizia, ora del mattone restano solo le briciole

Dal 2008 più che dimezzati imprese e lavoratori in provincia. Intanto il Comune tenta di rianimare il settore con un Rue più semplice

CantierePer capire che cosa abbia vissuto l’edilizia nel nostro territorio durante la crisi occorre guardare ai dati forniti dalla Cassa Edile ed elaborati da Cgil con il recente report sulla situazione occupazionale in provincia. L’analisi registra le aziende e i dipendenti che operano in provincia. E qui i numeri sono in profondo rosso.
Il ridimensionamento è drammatico, sia sul versante delle imprese operanti sul nostro territorio sia su quello degli operai occupati: in entrambi i casi una diminuzione del 55 percento nel periodo compreso tra 2008 e 2015, in una emorragia continua che ha rallentato ma non si è ancora arrestata. Per le imprese si è passati dalle 1.115 del 2008 alle 501 del 2015 (erano 508 nel 2014) mentre gli operai sono passati da 5.872 fino a 2.605 (2.774 nel 2014). Se si allarga la visuale alle imprese in generale senza distinzione di settore, il calo è stato del 6,4 percento.
Questo dato, che pare oramai strutturale per il settore, va ad incidere pesantemente anche negli altri comparti che ad esso fanno riferimento, dal metalmeccanico alla ceramica. Il settore ceramico, in particolar modo, sta riemergendo dalla crisi attraverso profonde ristrutturazioni sia di processo che di prodotto che hanno avuto pesanti ripercussioni dal punto di vista occupazionale, con 322 posti di lavoro persi fino ad ora (-23,7 percento) ed altri esuberi già dichiarati dalle aziende.

Oneri di urbanizzazione ridotti al minimo storico

A tastare il polso dell’edilizia sono i cosiddetti oneri di urbanizzazione, quelle spese che gli imprenditori che costruiscono devono versare al Comune per le opere di urbanizzazione (infrastrutture stradali, fognarie, illuminazione, verde, arredo urbano). Spese che crescono proporzionalmente ai metri quadri dell’immobile. E se per questo motivo dal 2004 al 2008 il Comune di Ravenna incassava annualmente dagli 10 ai 12 milioni di euro (dati forniti dall’assessorato comunale al Bilancio), dal 2009 gli oneri sono crollati, attestandosi sui 5 milioni per poi continuare a scendere fino ai 2 milioni del 2013, sostanzialmente in linea con il 2014 quando sono stati 2,3 milioni. L’anno scorso invece un segnale di ripresa con 4,1 milioni di euro.

CostruzioniIl Comune approva una semplificazione del Rue

Il tentativo del Comune di Ravenna per rianimare l’edilizia locale si chiama variante al regolamento urbanistico edilizio (Rue). Il consiglio comunale l’ha approvata il 14 aprile (favorevoli Pd e Pri e astenuti Lista per Ravenna, Forza Italia, Ncd, Lega nord, Misto e M5s). Nel corso della seduta sono state votate anche 1.986 osservazioni pervenute dai cittadini e dalle imprese e le relative controdeduzioni espresse dagli uffici tecnici. «L’urbanistica insieme con l’edilizia, è fra gli argomenti che, forse più di altri, ha la necessità di norme semplificate – ha spiegato l’assessore Libero Asioli introducendo la delibera –. Al riguardo stiamo operando in una sorta di mare in movimento, direi agitato: la legge regionale 20 che ha appena iniziato l’iter per una sua ridefinizione, e a livello nazionale l’articolo 17 bis del decreto legge 133/2014 (il cosiddetto Sblocca Italia) ha previsto che Governo, Regioni, Autonomie Locali elaborino un testo standard, per mettere fine alla babele dei regolamenti edilizi diversi uno dall’altro, vigenti negli oltre ottomila comuni». La variante prende origine dal documento di indirizzi del febbraio 2013. Il percorso non è stato semplice e si è snodato lungo 16 riunioni di commissione consiliare. «Abbiamo introdotto una modalità di partecipazione innovativa per quello che riguarda la revisione di uno strumento di questa portata. A monte della discussione in commissione assetto del territorio c’è stato un vero confronto con ordini, collegi e associazioni».

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