Chimica, Versalis resta di Eni Saltata la trattativa con Sk Capital

Per l’azienda italiana è stato «impossibile trovare un accordo sulla futura governance della società». La soddisfazione del neo sindaco

Dopo mesi di trattative salta la cessione della maggioranza di Versalis da Eni al fondo americano Sk Capital «per l’impossibilità – spiega il cane a sei zampe – di trovare un accordo su alcuni punti negoziali tra cui, in particolare, la futura governance della società». La questione riguarda da vicino Ravenna per la presenza dell’azienda al polo petrolchimico con numerosi occupati. L’operazione era stata fortemente osteggiata dai sindacati temendo che si trattasse di una speculazione finanziaria senza interessi alla continuità aziendale. Dalla prossima semestrale, quindi, Eni tornerà a consolidare integralmente Versalis nei conti di gruppo.

Gli yankee si erano fatti avanti per l’acquisto del 70 percento impegnandosi a investimenti futuri per un totale di 1,2 miliardi di euro. L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, aveva spiegato che Sk avrebbe potuto acquistare Versalis solo se fosse stata in grado di rispettare i 5 vincoli posti da Eni: «Chi compra si deve impegnare a mantenere gli attuali stabilimenti per almeno cinque anni, ampliandone casomai il perimetro, e per tre anni l’attuale personale, anche in questo caso eventualmente ampliandolo». Poi ci sono gli investimenti che «devono essere di 1,2 miliardi in tutte le attività della chimica, compresa la chimica verde». Infine «Versalis deve restare italiana e il vertice dovrà essere quello che è oggi».

La vicenda Versalis aveva tenuto banco anche nelle ultime settimane di campagna elettorale per le elezioni comunali, soprattutto dopo che le proteste di lavoratori e sindacati erano state lasciate fuori dalla piazza dove il 3 giugno si svolgeva il comizio del premier Matteo Renzi per concludere la campagna elettorale di Michele De Pascale. Il neo eletto sindaco commenta così: «Apprendo con grande soddisfazione che la direzione di Eni ha deciso di interrompere le trattative con l’americana Sk. In questi mesi le istituzioni locali e le parti sociali hanno condotto una battaglia molto dura per evidenziare le criticità di questa operazione che non avrebbe dato alcuna certezza né al futuro della chimica locale né nazionale. Da parte mia c’è stata in questi mesi una forte azione di sensibilizzazione nei confronti del Governo. Proprio stamani ho convocato i sindacati per un incontro, fissato per giovedì alle 14. 30: sarà l’occasione per affrontare insieme le nuove strategie e gli investimenti a favore della chimica ravennate. Il prossimo obiettivo da perseguire nel corso di un incontro con Eni sarà quello di far ripartire con certezza gli investimenti a Ravenna, e affrontando poi gli aspetti finanziari, rivalutando anche il ricorso alla Cassa depositi e prestiti».

«Non aveva mai convinto un’operazione priva di logica industriale, dietro cui si vedeva soltanto la volontà di Eni di sbarazzarsi di attività ritenute non sufficientemente remunerative», dice Giovanni Paglia, deputato ravennate di Sinistra italiana. «I problemi tuttavia non scompaiono. L’Italia non può permettersi di perdere la chimica industriale e questa per sostenersi ha bisogno di investimenti ingenti finalizzati all’innovazione. Se Eni non è in grado di farli, si persegua con convinzione la possibilità di un intervento nel capitale di Cassa Depositi e Prestiti. Se Cdp può entrare nel fondo Atlante, in Ilva e acquistare caserme e carceri, non si capisce infatti perché non possa fare lo stesso in un settore strategico come la chimica».

RFM 2024 PUNTI DIFFUSIONE AZIENDE BILLB 14 05 – 08 07 24
CGIL BILLB REFERENDUM 09 – 16 05 24
SAFARI RAVENNA BILLB 13 – 19 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24