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    Categoria: economia

«Nel cda Sapir la solita nomenclatura vicina al Pd, per il porto non c’è scampo»

Ancisi (Lpr) critica le nomine nella società terminalista a controllo pubblico: «Petrosino e Gigante ora puntano a un ruolo nell’Ap»

«Le nomine dei nuovi amministratori di Sapir ricalcano il copione dei giri di valzer della solita nomenclatura, tra sistema delle cooperative, società partecipate e dirigenza dell’ente locale. La deduzione è tragica: non c’è scampo per il porto di Ravenna». Il de profundis per lo scalo ravennate è di Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lista per Ravenna, all’indomani del rinnovo del cda della società terminalista a maggioranza pubblica.

Come noto, il nuovo presidente è l’avvocato Riccardo Sabadini mentre l’amministratore delegato è Mauro Pepoli. Il cda è composto in tutto di nove membri di cui quattro confermati dal precedente consiglio. Il decano dell’opposizione si sofferma a ragionare sui profili di alcuni dei consiglieri che compongono l’organo dirigenziale per mettere in luce la stretta vicinanza tra quelle nomine e il sistema di potere politico al governo in città. «Il neo presidente esercita responsabilità professionali nella Federcoop di via Faentina e l’amministratore delegato siede nel consiglio di presidenza di Legacoop Romagna allo stesso indirizzo. Se non bastasse anche il presidente della Compagnia Portuale, Luca Grilli, è membro dello stesso consiglio di amministrazione». La Cna è rappresentata da Roberta Suzzi: «Un curriculum di dirigente del Pd. La stampa aveva indicato come candidato alla presidenza Mario Petrosino che ora resta autorevole candidato a qualche posto nell’Autorità portuale». E sarebbe lo stesso motivo a monte della scelta fatta dalla Camera di Commercio: «Natalino Gigante ha mandato nel consiglio della Sapir la sua dipendente Elena Tabanelli. Non se ne conoscono competenze manageriali o portuali, bensì solo di amministrazione camerale. Questa nomina ha scandalizzato perfino la Confindustria». Infine Marina Cantagalli, revisore in moltitudini di società e partecipate pubbliche, anche del Comune di Ravenna: «È entrata essa stessa, passando dall’altra parte della barricata contabile, nel consiglio di SAPIR. Sulla stampa si è letto, riguardo al patrimonio del PD ravennate, che “c’è una consulenza ampiamente consolidata con lo studio di Marina Chiaravalli”».

Da queste riflessioni deriva la conclusione di Ancisi: «I sei nominativi ricordati giustificano, dovendo essere rappresentata anche la componente privata della società, che il numero dei membri del consiglio di amministrazione sia rimasto scandalosamente di 9, tutti adeguatamente retribuiti, potendone bastare al massimo 5». E per quanto riguarda la presidenza, «il sindaco di Ravenna, essendo il Comune di Ravenna il primo azionista pubblico della società, ha fatto il bello e il cattivo tempo su queste nomine, spettandogli anche la nomina del presidente (52.200 euro l’anno più indennità di risultato): ne avrà discusso nel suo partito, ma non certo in Comune, né alla luce del sole».