Terrazza a sei metri e piazza sull’acqua 800mila euro per la gru fluorescente

I dettagli del progetto vincitore del concorso di idee del Comune per il recupero del trasbordatore smontato dalle banchine a luglio 2015

La base della struttura per farne una terrazza panoramica affacciata sul Candiano a sei metri e mezzo di altezza, il braccio collocato a terra per diventare collegamento tra la banchina e una piazza galleggiante da realizzare in acciaio e legno, il vecchio magazzino sventrato per farne uno spazio aperto esaltato dal carrello con la draga. Sono questi, a grandi linee, i capisaldi del progetto dell’architetto Carlo Malerba di Torino che ha vinto il concorso di idee del Comune di Ravenna per il recupero dell’ultima gru di banchina in darsena di città smantellata a luglio 2015. Un progetto ipotizzato in quattro stralci per un costo sommario totale stimato in 800mila euro. Ben altri costi quelli previsti dai progettisti arrivati secondi (Elenora Branchini di Roma) e terzi (Andrea Morri di Rimini): rispettivamente 45mila euro e 32mila. Il concorso comunale prevede tre premia da 7mila, 3mila e 2mila euro.

Tecnicamente trattavasi di un trasbordatore che veniva utilizzato per carico-scarico di merci direttamente da bordo nave. Di proprietà dell’Autorità portuale dal 1995 quando all’atto di costituzione delle Ap in Italia la ereditò dalla Capitaneria di Porto. Si trova sulla sponda sud del canale in corrispondenza della cosiddetta Area T, un ex magazzino di fosforite nei pressi del condominio Torre Zucchi. Venne smantellata alla vigilia della festa per la Capitale italiana della cultura, perché ritenuta non più sufficientemente stabile per garantire il passaggio delle persone in sicurezza. Venne smontata per un costo di 28mila euro e collocata nei cantieri navali della Rosetti Marino con la promessa di essere recuperata come simbolo del passato industriale del quartiere che si affaccia sull’acqua. Tra aprile e maggio scorsi il Comune ha lanciato il bando per un concorso di idee.

«La metafora naturale di chi dopo aver lavorato tanto riposa», si legge nella relazione illustrativa dell’architetto Malerba. Che poi continua: «Come se resosi conto della mutata condizione e tempi volesse riposizionarsi in modo più consono al nuovo ruolo senza dismettere la sua essenza e ricordo dell’attività svolta. Trasferire è la formula teorica alla base dell’intero progetto». E proprio qui sta il fulcro della progettazione. Il risultato finale non vuole essere un monumento da osservare in modo passivo ma vuole riproporre, trasformato completamente, l’intero sistema in cui il trasbordatore – da dipingere con vernice fluorescente nella nuova visione di Malerba – era l’attore protagonista di una triade completata dalla nave attraccata in banchina e dal magazzino dove stoccare le merci che venivano trasbordate: «La memoria della nave è trasferita nella piazza galleggiante collegata a terra dalla manica originale del trasbordatore che si presenta in buono stato eliminando le parti non necessarie. L’apertura del magazzino avviene trasferendo i muri laterali in mattoni a terra rendendoli pavimento. Il percorso della merce per mezzo del trasbordatore, dalla nave al magazzino, viene riproposto ma trasferito a percorso del pubblico».

Vale comunque la pena ricordare che il progetto è vincitore di un concorso di idee fatto dal Comune a titolo sostanzialmente esplorativo, come materiale per eventuali spunti e suggestioni su cui lavorare tenendo conto di eventuali budget e risorse stanziabili. Dal link qui sotto è possibile scaricare il pdf con la relazione dettagliata del progetto.

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