Turismo, il boom di Faenza e quell’alleanza con Imola

Il vicesindaco della città manfreda commenta il più 11 percento dei pernottamenti 2016: «Abbiamo tre fattori vincenti…»

Uno dei dati più interessanti del turismo provinciale nel 2016 è l’ottima performance di Faenza, terza città per numero di arrivi (52.928, +9,7 per cento) e protagonista di un incremento a due cifre per numero di pernottamenti (+11,1 per cento). Salta poi all’occhio il balzo degli stranieri, cresciuti del 35 percento (in totale sono stati 14.734).

La città delle ceramiche ha in questi anni portato avanti una strategia di posizionamento trasversale che l’ha spinta a spaziare fuori provincia: è dello scorso anno la costituzione di If, società di promozione creata insieme ad Imola, mentre è partita al Mic il 18 febbraio una mostra sull’Art Déco che è parente stretta di quella allestita a Forlì. Dei dati faentini parliamo con Massimo Isola, vicesindaco con delega al Turismo della città.

Isola, partiamo dalla bella performance 2016. Se l’aspettava?
«Devo dire di sì, perché non si tratta di dati occasionali ma di un’evoluzione e di una costante crescita del nostro territorio che dura ormai da vent’anni: dal 1997 ad oggi i dati turistici della città sono stati in costante aumento».

Un trend positivo che in certi anni è stato in controtendenza rispetto a quello provinciale. Quali sono i fattori vincenti?
«Essenzialmente tre. Il primo, bisogna dirlo chiaramente, è il miglioramento offerto dalle strutture private che oggi sono assolutamente concorrenziali. Il secondo riguarda una strategia che ha portato a rafforzare l’offerta lavorando al network delle città d’arte. Infine il tema delle ceramiche che ci ha rafforzato tantissimo e non soltanto grazie ad Argillà, che pure è un evento importante».

In che modo le ceramiche hanno aiutato Faenza?
«Soprattutto nella promozione all’estero. Si è registrato ad esempio un aumento incredibile dei turisti cinesi (i dati parlano di 1.652 arrivi e di una variazione del 621,4 per cento ndr.). Nella ceramica abbiamo consolidato le relazioni internazionali, ottenendo ad esempio la presidenza del Gruppo europeo città della ceramica».

La posizione geografica aiuta?
«Completa l’offerta, grazie al gran numero di agriturismi che fa sì che il territorio faentino sia concorrenziale: abbiamo la città d’arte e la collina e i numeri in costante crescita ci premiano».

Lo scorso anno avete dato vita insieme ad Imola ad IF, società di promozione turistica. Qual è il primo bilancio?
«È presto per dirlo e credo che i numeri si vedranno solo nel 2017 perché l’operatività della società è partita di fatto a metà del 2016. C’è un bel potenziale, ad esempio con il turismo che ruota attorno all’autodromo di Imola, e ci sono le prospettive per fare un bel lavoro insieme. Da poco If si è aggiudicata un bando della Regione relativo al turismo ciclabile».

L’alleanza con Imola, città bolognese, non è in contraddizione con l’appartenenza alla provincia di Ravenna?
«Dal mio punto di vista, assolutamente no. Anzi: io sono un sostenitore della Destinazione Romagna, promossa dalla Regione. Credo che Imola e Faenza possano dare una mano alla riviera, ad esempio nel turismo escursionistico, e portare dei numeri anche a Ravenna e Cervia che sono due fuoriserie rispetto a noi. Faenza, però, nell’ambito delle città italiane con circa 50mila abitanti e ormai una bella realtà dal punto di vista turistico».

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