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    Categoria: economia

Raccolta cozze, a fine anno incontro con Eni per il rinnovo della concessione

Sono otto le barche dedicate a questa attività a Marina di Ravenna. Il presidente della cooperativa Romagnola: «Il nostro destino dipende dalla presenza delle piattaforme»

A Marina di Ravenna le otto barche da pesca più grandi ormeggiate oggi al bacino pescherecci sono tutte dedite alla pesca delle cozze, che raccolgono nelle piattaforme grazie ad un’esclusiva che i pescatori hanno con Eni. Le barche sono equamente divise in due cooperative, La Romagnola e il Nuovo Conisub.

La media di cozze raccolte per barca è di dieci quintali giornalieri e, nella stagione che da aprile arriva a settembre/ottobre, si ripuliscono le basi delle piattaforme. «Oggi la nostra sopravvivenza – dice il presidente della Romagnola, Sauro Alleati – è legata alle scelte dell’Eni sulla dismissione delle piattaforme di cui si parla in questi giorni. La speranza è quella di vederle riconvertite, non eliminate». A fine anno «ci sarà il rinnovo della concessione e cercheremo di capire che intenzioni ha Eni».

Il pesce è invece poco più di un’attività di contorno: «Oggi senza le cozze non esisterebbe la pesca a Marina di Ravenna». Del resto i pozzi Eni sono stati anche la causa della fine della pesca a strascico davanti al litorale ravennate, che invece sopravvive maggiormente nel sud della Romagna. I tanti divieti rendono impossibile questa attività intensiva e le reti piazzate sono quelle “da posta”, a poche miglia dalla riva. Troppo poco, rispetto ai margini delle cozze che permettono all’indotto di rimanere in piedi. Anche qui, però, ultimamente i costi sono lievitati: chi raccoglie cozze, secondo quanto ha imposto una recente legge, è assimilato ai sub che lavorano in piattaforma e quindi deve prendere l’apposito attestato da operatore tecnico subacqueo (Ots) che costa migliaia di euro e fornisce competenze, come la saldatura, non troppo utili ai pescatori.

Ogni barca deve avere a bordo almeno quattro persone con questo patentino. «Le spese sono aumentate – dice Alleati – e anche mantenere la struttura del mercato del pesce non costa poco. Per questo l’appoggio delle istituzioni è importante». Alleati si dice comunque felice di un certo ricambio generazionale: «C’è una bella squadra di giovani». Per una cooperativa fondata nel 1971 non è cosa da poco.