La trattativa è durata quasi otto mesi. Partiti da posizioni assai distanti, non sono mancati i momenti di tensione. Premio di risultato da 2.000 euro l’anno
Nel contratto è riconosciuta una posta di premio legato ai risultati di 6.000 euro (in quote da circa 2.000 euro annui) raggiungibili nel triennio, aggiuntivi alle retribuzioni del contratto nazionale. Sono stati inseriti punti di intervento sociali che migliorano le condizioni dei lavoratori conciliando tempi di vita e tempi di lavoro. Prevista anche più flessibilità nell’utilizzo dei permessi non retribuiti e 5 ore di permesso aggiuntivo per esami medici con una particolare focus sugli screening diagnostici di prevenzione per le donne.
Inserita una platea molto ampia di motivazioni aggiuntive per l’anticipo del Tfr per coprire molte necessità familiari e una particolare attenzione per la formazione, ampliando le possibilità previste dal contratto collettivo nazionale. Sono state implementate le borse di studio per i figli dei dipendenti, aumentato il contributo da parte aziendale per chi decide di investire sulla previdenza integrativa.
«Si tratta di un contratto siglato dopo una trattativa lunga, a tratti complicata, atta alla ricerca di una intesa tra gli interessi del mercato e quelli dei lavoratori, che ha trovato la sua sintesi nel miglioramento delle situazioni preesistenti (con un occhio particolare al sociale), conciliandole con gli obiettivi di crescita e miglioramento».