Caro vita, in dieci anni una giornata tipo costa il 17,6 per cento in più

Dalla spesa al pasto in pizzeria: ecco tutti gli aumenti dal 2008 al 2018 secondo l’Osservatorio dei prezzi. Tra i rincari più elevati quella del biglietto dell’autobus

Spesa Supermercato Fotogramma 672Nel dicembre del 2008 Marco, single ravennate, esce di casa per andare al lavoro. Aspetta l’autobus alla fermata e oblitera regolarmente il biglietto. La sera, dopo aver mangiato una pizza, va a letto ma non riesce a prendere sonno. Così fa una botta di conti, su quanto ha speso quella giornata. Siccome è un tipo preciso, la fa al centesimo. Il risultato finale dice che ha speso 46,09 euro. Dieci anni dopo Marco resta un tipo preciso e prima di coricarsi sfoglia un vecchio libro, dove trova il bigliettino in cui aveva appuntato quanto speso dieci anni prima. Così il giorno dopo decide di ripetere l’esperimento e scopre che il costo di quella giornata è aumentato del 17,6 percento. Stavolta ha speso infatti 54,21 euro.

Come si arriva a questa cifra? Rimaniamo sulla giornata del nostro ravennate. In quella giornata del 2008 acquista due biglietti dell’autobus (due euro in tutto) e va al lavoro. In pausa pranzo mangia un veloce panino al bar (2,35 euro) e un caffé (un euro). Quando esce dall’ufficio si ferma a fare la spesa. Ha il frigo vuoto e lo riempie con mezzo chilo di carne di bovino (8,97 euro), tre etti di pane (1,14 euro), altrettanti di parmigiano reggiano (5,64 euro), un etto di prosciutto crudo (2,43 euro), una bottiglia d’olio da un litro (5,88 euro), un chilo di pasta (1,77), sei bottiglie d’acqua minerale (2,11 euro), un chilo di mele (1,86 euro) e uno di banane (2,94 euro). In serata esce con gli amici e vanno in pizzeria, dove prende una margherita e una bibita, spendendo 8,01 euro.

Dieci anni più tardi, come detto, la spesa per vivere la stessa giornata è aumentata. Il trasporto pubblico gli costa ora 2,6 euro, il barista ha alzato i prezzi dei panini, che ora costano in media 3,88 euro, e pure quello del caffè, salito a 1,08 euro. La sera, in pizzeria, serve quasi “un deca” per lo stesso pasto di dieci anni prima (9,54 euro per l’esattezza). In mezzo, c’è la spesa: a quantità invariate la carne è salita a 9,44 euro, il pane a 1,34, il parmigiano costa ora 7,18 euro e il prosciutto crudo 2,65. Un litro d’olio si trova in media a 8,43 euro mentre la pasta costa venti centesimi in più del 2008. Una confezione di acqua minerale costa 2,4 euro. Buone notizie solo sulla frutta: le mele si trovano a 1,59 euro, le banane a 2,11.

Il nostro esempio ci ha aiutato a spiegare il caro vita. I dati qui forniti sono rapportati a quelli riportati dall’Osservatorio “Ravenna Attenta ai prezzi”, istituito nel 2007 e che viene ancora aggiornato. Naturalmente si tratta in questo caso di un metodo di ricerca “artigianale”: in altre parole la variazione percentuale non corrisponde con l’indice inflattivo derivato dall’Istat che ha al suo interno centinaia di prodotti.

Nel carrello della spesa, una delle voci che più è aumentata è quella del Parmigiano reggiano che costa oggi 21,55 euro al chilo contro i 16,91 di dieci anni fa. La carne di bovino è invece diminuita di circa un euro e mezzo nell’ultimo biennio dopo aver raggiunto il costo di 22,5 euro: quattro e mezzo in più rispetto al 2008. Considerevole anche il rialzo dell’olio di oliva che arriva a costare 8,43 euro. Per quanto riguarda i servizi, il costo del trasporto urbano è aumentato di un terzo in dieci anni. Il caffè a Ravenna lo trovate a un euro o ad un euro a dieci, da qui la singolare media di 1,08. Come nota metodologica bisogna aggiungere che, negli anni, possono essere variati gli esercizi che aderiscono all’Osservatorio.

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