Con la grande distribuzione in difficoltà ritorna il fascino del piccolo esercizio, favorito anche dall’invecchiamento della popolazione
L’iniziativa rientra nel progetto ‘Identikit dell’impresa e generazione di valore’ ed è realizzata grazie al contributo della Camera di Commercio di Ravenna. Dopo i saluti di Fausto Mazzotti presidente Confcommercio Ascom Lugo, seguirà l’intervento Donatella Prampolini , presidente Fida e vicepresidente Nazionale Confcommercio. Le conclusioni sono affidate a Paolo Caroli, presidente Confcommercio provincia di Ravenna. A tutti i partecipanti verrà consegnata copia omaggio della guida Il Negozio Alimentare – 2° edizione.
Lo scenario della distribuzione moderna – scrive Confcommercio – è questo: la popolazione italiana invecchia, circa un terzo delle famiglie è composto da una sola persona, aumentano i residenti stranieri, cambiano le abitudini di spesa e riescono i consumi fuori casa che passano in 10 anni dal 30,9% al 35,1%. “Gli ipermercati entrano in crisi: la loro produttività è calata del 22% in un decennio. Le superfici della grande distribuzione e della distribuzione organizzata smettono di crescere, dal 2004 al 2007 crescita media annua del 4,6%, dal 2013 al 2017 solo 0,1%, e spesso “importano” formati specializzati”.
Il discount – continua la nota dell’associazione – “abbandona la versione hard aggiungendo qualità e servizi. Le imprese del commercio al dettaglio alimentare specializzato tengono meglio delle non specializzate: nel 2015 il calo di queste ultime è di -9,9% contro -1,5% delle altre”. Secondo un sondaggio Confcommercio, oltre il 55% dei consumatori italiani intervistati compra nei supermercati di quartiere, ma l’indice di soddisfazione è massimo 47,7% per i negozi indipendenti specializzati.
L’e-commerce alimentare è a livelli minimi in Italia, 0,5% contro il 6% della Francia, ma è destinato a crescere: soprattutto il canale grocery, ossia la spesa del supermercato fatta online, che nel 2015 ha registrato un aumento del 57%, e il cibo pronto, in delivery (direttamente dal ristorante), che è arrivato ad un +66% nel 2016. Ed è proprio l’online, con i suoi assortimenti virtualmente infiniti, ad aver spinto i grandi operatori a riscoprire il valore del servizio, cercando faticosamente di avvicinarsi a modelli che in passato avremmo definito più “tradizionali”..