Rinasce il negozio alimentare sotto casa? Se ne parla in un convegno a Lugo

Con la grande distribuzione in difficoltà ritorna il fascino del piccolo esercizio, favorito anche dall’invecchiamento della popolazione

Spesa Supermercato Fotogramma 672Spariti, o quasi, con l’aumento di ipermercati e supermercati ma ora potrebbero tornare. Stiamo parlando dei negozi di alimentari sotto casa. Per parlare della possibilità di una nuova tendenza in questo senso, Ascom Confcommercio ha organizzato un convegno che si terrà alle 11 di martedì 5 marzo alla sala riunioni dell’associazione (via Acquacalda 29).

L’iniziativa rientra nel progetto ‘Identikit dell’impresa e generazione di valore’ ed è realizzata grazie al contributo della Camera di Commercio di Ravenna. Dopo i saluti di Fausto Mazzotti presidente Confcommercio Ascom Lugo, seguirà l’intervento Donatella Prampolini , presidente Fida e vicepresidente Nazionale Confcommercio. Le conclusioni sono affidate a Paolo Caroli, presidente Confcommercio provincia di Ravenna. A tutti i partecipanti verrà consegnata copia omaggio della guida Il Negozio Alimentare – 2° edizione.

Lo scenario della distribuzione moderna – scrive Confcommercio – è questo: la popolazione italiana invecchia, circa un terzo delle famiglie è composto da una sola persona, aumentano i residenti stranieri, cambiano le abitudini di spesa e riescono i consumi fuori casa che passano in 10 anni dal 30,9% al 35,1%. “Gli ipermercati entrano in crisi: la loro produttività è calata del 22% in un decennio. Le superfici della grande distribuzione  e della distribuzione organizzata smettono di crescere, dal 2004 al 2007 crescita media annua del 4,6%, dal 2013 al 2017 solo 0,1%, e spesso “importano” formati specializzati”.

Il discount – continua la nota dell’associazione –  “abbandona la versione hard aggiungendo qualità e servizi. Le imprese del commercio al dettaglio alimentare specializzato tengono meglio delle non specializzate: nel 2015 il calo di queste ultime è di -9,9% contro -1,5% delle altre”. Secondo un sondaggio Confcommercio, oltre il 55% dei consumatori italiani intervistati compra nei supermercati di quartiere, ma l’indice di soddisfazione è massimo 47,7% per i negozi indipendenti specializzati.

L’e-commerce alimentare è a livelli minimi in Italia, 0,5% contro il 6% della Francia, ma è destinato a crescere: soprattutto il canale grocery, ossia la spesa del supermercato fatta online, che nel 2015 ha registrato un aumento del 57%, e il cibo pronto, in delivery (direttamente dal ristorante), che è arrivato ad un +66% nel 2016. Ed è proprio l’online, con i suoi assortimenti virtualmente infiniti, ad aver spinto i grandi operatori a riscoprire il valore del servizio, cercando faticosamente di avvicinarsi a modelli che in passato avremmo definito più “tradizionali”..

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