La nuova tempistica è in ritardo di due anni rispetto alla previsione fatta nel 2016 all’apertura del cantiere. Costo complessivo 4,75 milioni di euro. Intato si progetta la nuova Rianimazione
Se la nuova tempistica sarà effettivamente rispettata, vorrà dire che le opere si concluderanno con due anni di ritardo rispetto alle previsioni fatte a luglio 2016 quando cominciarono i lavori di demolizione. A ottobre del 2017, quando in teoria doveva essere ormai prossimo il taglio del nastro, l’Ausl comunicò lo slittamento ad agosto 2018, scadenza poi non rispettata.
Il padiglione D è attualmente allo stato di cantiere; sono infatti in costruzione, e vi troveranno sede definitiva: la nuova Dialisi (al pianterreno), l’Otorinolaringoiatria (al primo piano), l’Oculistica (con 16 ambulatori al primo e secondo piano), l’Endoscopia digestiva (al secondo piano). Costo complessivo dell’opera, 4,75 milioni di euro. Per il rivestimento della struttura sono stati usati materiali che consentiranno di fare di quell’edificio un padiglione ad “impatto ambientale zero”, grazie alle politiche di conservazione energetica.
Il primo cittadino ha colto l’occasione per fare il punto anche sugli ulteriori lavori per i quali attualmente è in corso la progettazione. Si possono citare: interventi impiantistici per il risparmio energetico sempre presso il Padiglione D, il collegamento di quest’ultimo col resto del Presidio ospedaliero, il nuovo Laboratorio a risposta rapida e trasfusionale i cui lavori termineranno entro l’estate prossima e che troverà spazio nelle vecchie cucine al pianterreno del Padiglione C.
Ma l’intervento forse principale attualmente in corso di progettazione, è la riqualificazione della Rianimazione. «Il termine della progettazione è previsto a settembre 2019 – scrive l’Ausl in una nota inviata alla stampa – così da poter inserire l’opera tra i finanziamenti previsti dal programma regionale degli investimenti».
L’azienda sanitaria pubblica poi ha voluto ricordare che «nessun servizio è venuto meno rispetto al punto nascita, e il calo del numero di parti si inserisce in un trend nazionale di denatalità associato ad una sempre maggiore presa in carico delle partorienti a rischio in termini di sicurezza dell’evento parto, anche attraverso la centralizzazione, quando ne ricorre la necessità, in una struttura a maggior intensità di cura. Ad ogni modo a Lugo l’attività del punto nascita continuerà, in sicurezza, attraverso la presenza di una guardia attiva ginecologica e pediatrica, e con tutti i requisiti di sicurezza necessari». A ciò si affianca l’attività di Fisiopatologia della Riproduzione che vedrà di qui a breve l’accorpamento con l’analoga struttura di Cattolica, con guida a Lugo.