Il gruppo conta 12.800 viticoltori per 36mila ettari di vigneti che producono il 10 percento dell’uva vinificata italiana. Negli ultimi dieci anni investiti 100 milioni di euro in progetti che mirano a ridurre l’impatto ambientale
Con 31 soci, di cui 29 cantine, e un totale di 12.800 viticoltori per un’estensione dei vigneti pari a 36.500 ettari, la cooperativa Caviro di Faenza oggi produce 728mila tonnellate di uva vinificata, il 10 percento del totale italiano. Il 22 ottobre il gruppo si è presentato al pubblico per raccontare una storia di oltre 50 anni di impegno e lavoro.
«Il modello cooperativo si è dimostrato vincente – si legge in un comunicato divulgato dopo l’evento –, capace di unire l’obiettivo della sostenibilità sociale ed economica a quello dell’impatto ambientale, ergendosi a fondamento della continuità e lungimiranza della visione aziendale. La stesura del Bilancio di Sostenibilità è stata la naturale conseguenza di un percorso che arriva da lontano».
Caviro ha investito negli ultimi dieci anni cento milioni di euro anche in progetti che, generando valore a partire dagli scarti, riducono in modo considerevole l’impatto ambientale. Caviro Extra, società del gruppo, detiene posizioni di leadership nella produzione di acido tartarico naturale e alcol. La missione è valorizzare i sottoprodotti delle filiere agroalimentari italiane. Inoltre è in grado di raffinare il biogas generato nei propri impianti, producendo un biometano al 100 percento da scarti agroalimentari e quindi privo degli idrocarburi di origine fossile. Enomondo invece è una società gestita in compartecipazione con il gruppo Hera e si occupa della produzione di energia elettrica rinnovabile dagli scarti di lavorazione dell’uva e dalle potature del territorio arrivando a coprire il 100 percento del fabbisogno energetico degli stabilimenti del Gruppo riducendo considerevolmente l’impatto ambientale.
Oltre ad aver implementato un modello che prevedere la valorizzazione di scarti e materiale con una quota di recupero pari al 99 percento, il gruppo persegue al suo interno iniziative volte a limitare l’impatto ambientale dei rifiuti prodotti a seguito delle attività svolte, incoraggiando la raccolta differenziata ed il recupero delle quote multimateriale così separate. La quota di rifiuti non differenziati appare in progressivo calo, mentre la quota di rifiuti pericolosi prodotti si attesta al 3 percento.