Il distretto della ceramica di Modena usa il porto di La Spezia. Ap: «È un problema»

La materia prima arriva e viene stoccata in Romagna ma il prodotto finito è spedito dalla Liguria. L’Autorità portuale a lavoro con la Confindustria della città emiliana

Mercantile NaveIl porto di Ravenna ha un problema ed è legato al comparto delle piastrelle e della ceramica di Modena e Sassuolo. È emerso durante il consiglio comunale straordinario di oggi pomeriggio, 28 gennaio, dedicato al porto di Ravenna. A sollevare il caso è Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna). Secondo quanto segnalato dal consigliere, in sintesi le rinfuse destinate al comparto emiliano restano stoccate per lungo tempo nello scalo ravennate «togliendo spazio a merci più ricche che potrebbero utilizzare quegli spazi». Quando però queste merci vengono trasformate in piastrelle nel distretto emiliano, però, vengono destinate al porto di La Spezia per l’imbarco e l’esportazione.

In altre parole nella filiera della ceramica Ravenna si colloca nella parte più povera perché l’arrivo e lo stoccaggio di rinfuse solide smuove molti meno soldi rispetto ad un container (secondo Confetra un contenitore da un teu vale 2.000 euro di fatturato). Il porto di La Spezia viceversa si colloca nel punto più pregiato della catena logistica, dando una ragione in più a chi individua nel porto ligure il vero competitor di Ravenna.  L’ideale per Ancisi sarebbe che le ceramiche emiliane facessero, oltre al viaggio di andata, anche quello – per così dire – di ritorno.

Il problema sollevato da Ancisi è conosciuto da Autorità portuale. Del resto, la voce “minerali greggi e materiale per l’edilizia” costituisce la seconda voce del traffico portuale (404mila tonnellate il dato movimentato nel 2019, aggiornato a novembre) e come ha spiegato il presidente Daniele Rossi, «da un anno stiamo lavorando con Confindustria Modena per risolvere». Sarebbe quindi stato presentato uno studio agli industriali modenesi «con varie opzioni». Un lavoro a metà tra industria e marketing, ha aggiunto il manager, che dovrebbe servire a convincere le aziende ad utilizzare il porto di Ravenna non soltanto per l’import ma anche per l’export.

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