La “mappa” di Coldiretti, che chiede interventi delle istituzioni per far fronte a «uno tsunami»
«Il danno è principalmente economico dato che assisteremo in pratica all’azzeramento delle produzioni di albicocche, kiwi giallo, susine e ad un forte ridimensionamento per pesche, kiwi verde, orticole, sementiere – puntualizza il presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte – ma l’emergenza che ne deriverà sarà senza alcun dubbio anche sociale dato che oltre al mancato reddito aziendale, ci troveremo a fare i conti con migliaia di stagionali che non troveranno occupazione nelle fasi della raccolta che si sommeranno a quelli già assunti dalle imprese per tutte le operazioni del momento e per la diradazione, a questo punto purtroppo non più necessarie».
Dal monitoraggio effettuato da Coldiretti sul territorio provinciale emerge un quadro a dir poco devastante.
Le temperature notturne, per tre notti di seguito comprese tra -2 e -5, hanno danneggiando in modo irreparabile i frutteti in piena fioritura, da Casola Valsenio a Castiglione di Cervia passando per la Bassa Romagna e ancora una volta a pagare il prezzo di questi sbalzi termici fuori stagione sono state le colture frutticole, già pesantemente provate dal maltempo della settimana scorsa con il gelo che si è abbattuto nuovamente sulle piante nelle fasi delicate della fioritura e della formazione dei frutti compromettendo la futura raccolta.
«Partendo dalla collina – scrive in una nota Coldiretti – si assiste ad una perdita del 100 percento su albicocco, pesco e kiwi giallo, del 50-70 percento sul kiwi verde, mentre solo più avanti si potranno stimare i danni sugli ulivi e sugli impianti di erba medica da seme. Già evidenti, soprattutto a Riolo Terme, sofferenze nei vigneti con germogli danneggiati. Scendendo verso Faenza e la via Emilia le percentuali non migliorano: azzerate le produzioni di pesche e nettarine, albicocche e kiwi giallo, – 70% per il kiwi verde. La ricognizione nel territorio di Bagnacavallo: 100% dei pescheti danneggiati, stessa sorte per quelli di susine e kiwi, 90% per gli impianti di albicocchi, – 90% per quelli di pere. Tra Lugo e Massa Lombarda perso il 100% delle drupacee (pesche, albicocche, susine), danni tra 50-60% sulle pomacee (pere e mele) ma con una forte probabilità di problemi qualitativi (segni da gelo e buccia rugginosa). A Russi cancellate le produzioni di pesco, albicocco, susine con danni anche a vigneti e coltivazioni da seme. Anche a Ravenna niente da fare per la frutta e le produzioni sementiere mentre pare tenga il vigneto. Resistono anche gli impianti di noci e mandorli, comunque ancora complementari rispetto alle altre coltivazioni».
«Davanti a questa scenario desolante – conclude il presidente Dalmonte – e alle possibili ricadute occupazionali che dai campi andranno poi inevitabilmente ad allargarsi alle strutture cooperative, private e a tutto l’indotto, è evidente che si rendono necessari interventi di sostegno perché a rischiare, oggi come oggi, non è solo un settore, bensì l’economia ravennate nella sua totalità, dai produttori, ai lavoratori sino a tutto il sistema dei servizi ad essa connesso».