Gli scenari di Prometeia: in Emilia-Romagna crollo anche degli investimenti (-19,6 percento) e dei consumi (-10,1 percento)
La discesa del prodotto interno lordo italiano dovrebbe risultare del 10,1 per cento nel 2020, seguita da una ripresa del 5,9 per cento nel 2021.
Nel 2020, la recessione, come il coronavirus, colpirà più duramente le regioni del nord Italia e l’andamento del Pil regionale si allontanerà da quello della Germania, nonostante la comune dipendenza dal commercio internazionale e i legami del sistema produttivo.
Ma la ripresa attesa nel 2021 – si legge nel comunicato di Unioncamere – dovrebbe riportare l’Emilia-Romagna nelle posizioni di vertice, al secondo posto dietro il Veneto.
Nel 2020 il prodotto mondiale dovrebbe ridursi del 5,2 per cento. In particolare, la flessione dovrebbe risultare del 5,7 percento negli Stati Uniti, dell’8,1 nell’area dell’euro e del 6,3 in Germania, mentre la crescita dovrebbe ridursi allo 0,6per cento in Cina.
Nel 2020 la recessione in Emilia-Romagna sarà accentuata dal crollo degli investimenti (-19,6 per cento) e dalla caduta delle esportazioni (-16,3 per cento) e non contenuta da una maggiore resistenza dei consumi (-10,1 per cento).
I settori. Nel 2020, sono l’industria (15,1 per cento) e le costruzioni (14,1 per cento) ad accusare il colpo più duro, ma anche nei servizi la recessione sarà pesante (-8,7 per cento). Nel 2021 la ripresa sarà solo parziale in tutti i settori, ma più pronta nell’industria (+13,4 per cento).
Il mercato del lavoro. Nel 2020 – termina il comunicato di Unioncamere – gli effetti della pandemia condurranno a una sensibile riduzione delle forze lavoro (-2,4 per cento) e dell’occupazione (-2,7 per cento), per la fuoriuscita dal mercato di molti lavoratori non tutelati, con un contenuto aumento della disoccupazione.
Nel 2021 l’occupazione si ridurrà ancora e aumenterà decisamente il tasso di disoccupazione in regione (7,8 per cento), ai massimi dal 2014.