Stato di agitazione proclamato tra i 650 dipendenti per le questioni legate al rinnovo del contratto collettivo. I sindacati accusano la multinazionale di non aver aderito, la direzione replica segnalando la scarsa adesione tra le associazioni datoriali
L’Unigrà, in merito, afferma che da anni è iscritta a Confindustria Emilia e applica da sempre il Ccnl industria alimentare, scaduto il 31 dicembre 2019: «La trattativa di rinnovo – si legge in una nota diramata da Conselice –, come consuetudine, è stata affidata a Federalimentare per conto di tutte le 14 associazioni verticali di categoria dell’alimentare. In questo caso le associazioni datoriali hanno tenuto comportamenti tra loro molto diversi, al punto che 3 su 14 (Ancit, Unione Italiana Food, ex Aidepi, e Assobirra) hanno sottoscritto in autonomia un contratto che non si può, in tutta evidenza, ritenere “collettivo”, in quanto non condiviso da Confindustria, Federalimentare e dalla stragrande maggioranza delle altre associazioni».
In proposito i sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil ricordano che a seguito dello strappo da parte delle associazioni datoriali che si sono rifiutate di firmare il rinnovo, sottoscritto dopo dieci mesi di trattative e due giorni di negoziato no-stop, i sindacati di categoria hanno deciso di dichiarare in tutte le aziende, che non hanno aderito al rinnovo, lo stato di agitazione «a causa di scelte incomprensibili dettate solo dall’indisponibilità a riconoscere un aumento di 13 euro a partire da aprile 2023». I rappresentanti dei lavoratori invitano le aziende che non hanno aderito a cambiare idea e fare un gesto di responsabilità, riconoscendo ai lavoratori, gli aumenti salariali assolutamente appropriati (di 119 euro a regime) a cui si aggiungono 5 euro di welfare e 30 euro che verranno erogati a tutti i lavoratori per i quali non viene svolta la contrattazione di secondo livello.
I vertici aziendali sostengono di aver comunque, nonostante non avessero obblighi in tal senso, provveduto a erogare ai lavoratori (650 nella sola sede di Conselice) l’aumento retributivo previsto dal nuovo accordo e decorrente da dicembre 2019. Il prossimo aumento è previsto per settembre 2021, quando l’azienda auspica che i contrasti sul rinnovo del Ccnl saranno stati definitivamente appianati.
Infine l’azienda mette sul tavolo quanto fatto a favore dei lavoratori nell’ultimo periodo: pur avendone i requisiti, è stato deciso di non attivare la cassa integrazione Covid ed è stato riconosciuto un bonus salariale ai lavoratori che hanno prestato attività nei mesi di marzo, aprile e maggio «ben superiore a quello riconosciuto a livello nazionale, assicurando a tutto il personale una polizza sanitaria a copertura dei rischi legati al Covid-19».